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Tagliani, una maggioranza blindata

Tagliani, una maggioranza blindata

Chi ha vinto e chi ha perso nelle urne

29 maggio 2014
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Mentre i suoi sfidanti disputavano sui banchetti e inscenavano proteste singole e di gruppo sotto lo Scalone, Tiziano Tagliani puntava al banco e con una mossa sola si è preso tutto. Aveva il conforto di un sondaggio Swg che gli assicurava una forbice tra il 54 e il 58% e con quella ha tagliato fuori tutti gli avversari.

Anche perché una volta tanto il sondaggio ha detto il vero sul Pd e i suoi alleati e Tagliani ha conquistato al primo colpo il 55,5%. Il vento di Renzi gli avrà un po' gonfiato le vele, ma una bella fetta di quel 55,5% è il risultato di cinque anni di governo che la città ha mostrato di apprezzare.

I cinquestelle che puntavano almeno al ballottaggio sono stati scavalcati anche da Anselmi. Ilaria Morghen, alla quale era stato assegnato il compito di "rianimare Ferrara" è stata anestetizzata da Tagliani.

La candidata M5S si è fermata al 15,9%, due punti dietro Vittorio Anselmi, che con il 17,7% non ha certo brillato ma ha salvato la faccia al centrodestra rimaneggiato che lo sosteneva.

Per il resto dei candidati è stata una disfatta. Francesco Rendine, candidato di Gol, che aspirava a un risultato a due cifre ed era pronto a sostenere la Morghen nel caso la grillina avesse costretto Tagliani al ballottaggio, ha dovuto tribolare fino all'ultimo per strappare un unico seggio in consiglio comunale; il 3,3% non lo ripaga della fatica spesa in una campagna elettorale giocata su più registri, compreso quello del comizio a due voci con Massimo Masotti.

Niente da fare per Francesco Fersini, il candidato sui cui puntavano i giovani dell'Ncd e l'Ucd: la ciambella col buco gli è riuscita solo nel manifesto elettorale, il 2,1% le relega fuori dal consiglio comunale. Identica sorte ha avuto Giuseppe Fornaro (Valori di Sinstra) che alla prima uscita pubblica si era esposto moltissimo attribuendosi la possibilità di andare al confronto diretto con Tagliani: la realtà gli sbattuto in faccia un impietoso 2,3%.

La vittoria al primo turno di Tagliani però gli ha risparmiato il dolore di vedersi sbriciolare la coalizione al ballottaggio. Anche Marica Felloni (Ferrara Futuro Insieme) resta out vanificando il doppio sogno di Simone Lodi: 1) avere un punto di riferimento in consiglio comunale; 2) trattare con Tagliani un eventuale sostegno al secondo turno.

Mario Zamorani dovrà aspettare un'altra volta per Un'Altra Ferrara.Le sue bordate contro il "piccolo Putin" non hanno prodotto alcun exploit e il leader radicale è arrivato ultimo con 878 voti e l'1,18%.

Tagliani potrà contare anche per i prossimi cinque anni su una maggioranza blindata dal Pd: con il 46.9% i democratico avranno da soli la maggioranza assoluta dei consiglieri; in più ci saranno un rappresentante di Ferrara Concreta, forte del 4,3%, e uno di Sel che con il 3,2% non fa sfracelli ma migliora il dato di Sinistra Aperta che cinque anni fa ottenne il 2,15%. Niente da fare per Rossella Zadro, il suo centro democratico ha sfiorato l'1%, troppo poco per entrare in consiglio.

La performance del Pd è stata notevole: nel 2009 aveva raggranellato il 37,6% (30.492 voti), ora ha sfiorato il 47% (34.307 voti).

Nel centrodestra la debolezza di Fi è manifesta: il 10,4% è indefinibile. Fratelli d'Italia ne approfitta solo in parte e nemmeno la Lega riesce a intercettare l'emorragia di voti. Nel 2009, quando le cose non andarono troppo bene il Pdl ottenne a Ferrara il 26%, la Lega il 6,4 e riuscirono a portare al ballottaggio Dragotto. Sembra passata un secolo.

Marcello Pradarelli