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Sedicenne si toglie la vita Denunciato il fidanzato

Sedicenne si toglie la vita Denunciato il fidanzato

La famiglia della ragazzina annegata sabato a Badia Polesine punta il dito contro il giovane residente nel Ferrarese. Ma le amiche smentiscono: si amavano

31 maggio 2014
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Sabato mattina si è tolta la vita, a soli sedici anni, gettandosi nella acque dell’Adigetto a Badia Polesine. E ora dopo la denuncia presentata nei confronti del fidanzato della giovanissima marocchina - un ventenne suo connazionale residente nel Ferrarese - la procura di Rovigo ha aperto un procedimento penale. Qualche tempo fa era stata proprio la minore, accompagnata dai familiari, a presentarsi ai carabinieri di Rovigo per portare alla loro attenzione alcuni comportamenti forse un po' troppo "pressanti", del giovane.

Questo è un dato di fatto. Ma come possa inserirsi nella vicenda del suicidio è tutt'altro che chiaro. Perché tutt'altro che chiaro è - almeno a quanto si riesce a captare degli accertamenti in corso - se davvero la 16enne volesse lasciare il fidanzato. Se davvero avesse motivi di temerlo o comunque di volerlo tenere lontano. Pare infatti che i carabinieri che hanno ascoltato le amiche abbiano avuto conferma che i due si volevano bene. E allo stesso modo risulta che siano stati visti assieme, in atteggiamento tranquillo e sereno, anche poco dopo la querela. Così che lo scenario presenta uno spaccato inconciliabile: da una parte i familiari della ragazzina che assicurano che il problema c'era, tanto che ogni mattina era il fratello ad accompagnare la 16enne a prendere la corriera. Dall'altra le amiche che raccontano una verità differente. Nel mezzo lui: il 20enne. Ha reso dichiarazioni ai carabinieri. Sul loro contenuto ovviamente poche indiscrezioni. Ma appare difficile credere che abbia potuto fare qualcosa di diverso dal negare ogni atteggiamento fuori luogo. Una situazione complessa. Alla quale stanno lavorando i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Monica Bombana.

La delega dell'autorità giudiziaria indica persone da sentire, ma anche accertamenti tecnici da fare. Come per esempio quello sui cellulari dei due ragazzi. Chat ed sms saranno fondamentali per capire come davvero stessero le cose tra loro. Non solo: si dovrà anche risalire alla pagina Facebook della 16enne. Che si era registrata con un soprannome, ma che avrebbe cancellato il profilo poco prima della tragedia. Senza trascurare la causa della morte: pare scontato l'annegamento, ma la Procura ha disposto l'autopsia, affidata ieri mattina.

Infine si cercherà anche di chiarire se in precedenza vi fossero stati campanelli di allarme. Non si deve dimenticare che il gesto estremo è stato comunicato con un sms alla psicologa della scuola. Che ha subito lanciato l'allarme.