Lettera a Tagliani che fa il bis
Lettera al riconfermato sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani
Signor Sindaco, ha vinto le elezioni con esiti oltre le previsioni, seminando il Movimento 5 Stelle - il più temibile degli avversari - al terzo posto. Per motivare il responso dell'urne del 25 maggio mi piace ricorrere all'immagine del tiro alla fune: dalla sua parte, oltre i primi cinque anni per i quali le vanno riconosciuti impegno e meriti, va aggiunto il traino della sua squadra e quello nazionale di Renzi. Insomma, ogni cosa è funzionata per il verso giusto. Tra l'altro con un Pd ferrarese che, a parte tutto e sopra tutto, nel capoluogo ora non conosce conflitti e risse in famiglia. Ho bene in mente, quanto lei, che i prossimi cinque anni saranno gli ultimi della sua stagione municipale, ma molto determinanti: rappresenteranno l’area temporale nella quale finire o definire i progetti esibiti o avviati; migliorare i percorsi; imprimere il proprio segno sulla città del presente e quella del domani immediato.
L’esperienza insegna, però, che il raddoppio può sortire due rischi. Ricorro a degli eccessi, per farmi intendere. Il primo è quello di una personalizzazione del potere (democratico) sostenuto anche dal sorridente 55,6 per cento dei consensi. Il secondo rischio è quello della caduta dell'entusiasmo e delle idee: infiacchimento fisiologico che è dietro l'angolo in tutte le personalità, gerarchie, società al replay.
I cinque anni nei quali guiderà l'amministrazione di Ferrara, avvocato Tagliani, potrebbero richiedere personalizzazione, ma non il calo della passione e la rarefazione della creatività. E poi, sa che cosa mi viene da scriverle (ma mi interpreti bene)? Che proprio da oggi è obbligatorio sguainare le unghie retrattili della città. Ricorro a un esempio felino, non tanto perché Ferrara ha una vocazione per il ruggito, ma perché mi pare abbia una debolezza più per il polpastrello e il cuscinetto che per l'artiglio. Se il nostro territorio non decide subito qual è la sua testa di ponte per il futuro immediato resterà un fragmento d'Emilia alla deriva, non sulla via Emilia, separato dal Po dall'infinito Veneto, connesso con un istmo alla Lombardia Felix (una volta). Signor sindaco, va risolto alla svelta il problema del come, dove e con chi stare per sgusciare fuori dalla crisi, cercando alleanze, assi, traiettorie. Mandato al raddoppio, e anche responsabilità territoriale doppia. Lei sarà il sindaco di Ferrara e il referente dell'intero territorio, in morte dell'ente di coordinamento Provincia. Dovrà tenere unito, solido e motivato un territorio che tende ad allontanarsi da Ferrara, è centrifugo proprio grazie o a causa delle sue preziose diversità. Serve una intonazione più "oltre", maggiore energia, dunque. Energia anche per completare la rete del teleriscaldamento. La Regione ha sospeso pure i progetti per la realizzazione dell'impianto geotermico a Malborghetto in attesa di capire e sapere se tutte le trivellazioni hanno a che fare con il terremoto. Cosicché, piaccia o non piaccia agli ambientalisti, l'unico progetto industriale di questi primi anni Duemila, i 50 milioni di investimento previsti da Hera, potrebbe andare a farsi benedire o planare altrove. Spero che il rimando non costituisca un alibi per uscire dall'impasse per il quale è stato strategico anche il silenziatore fornito dalle amministrative. Non immagino, quindi, se il rinvio regionale per Tagliani è un rovello economico o un sollievo ambientale e politico. La questione dell'ospedale di Cona, che ormai è cromosomica nel sentire dei ferraresi di città, non può restare nel fondo dell'agenda del primo cittadino. Il sindaco Tagliani sa che, al di là della dislocazione della struttura, sono ancora acuti i problemi riferiti ai trasporti e al mantenimento di servizi e specialità. E poi sempre a lei, signor sindaco, come coordinatore provinciale, toccherà affrontare e semmai risolvere le infinite e insostenibili tensioni che ancora dividono la nostra provincia sulla sanità. Circa la sicurezza avrà pure un senso l'elezione in consiglio di un uomo che per molto tempo ha rappresentato i cittadini della zona Gad. Quartiere per il quale non può funzionare la formula dilatoria e raffreddante che riduce a semplice percezione la micro e media criminalità.
Nel corso della campagna elettorale lei ha perseverato sui buoni frutti prodotti dalla Ferrara culturale, del patrimonio urbanistico e architettonico, dalle grandi mostre che il Palazzo dei Diamanti non ha mai smesso di progettare, allestire, proporre. Ha anche insistito sull'Università diffusa, sull'Ateneo che è il primo datore di lavoro nel capoluogo. Per forza le tocca ora concretare questi dati di fatto, trasformandoli in investimenti economici. Più immagine, ma anche più reddito. Mi riferisco anche alle aziende sempre meno e sempre in crisi. Alla ferita insopportabile della disoccupazione giovanile.
Immagino infine che il sindaco vorrà considerare la critica riferita al fatto che nel passato quinquennio non sono stati issati sulla rampa di lancio uno, due, e neanche tre obiettivi larghi, determinanti, arditi, strategici. Ferrara - metaforicamente - vive il proprio destino day by day. Attendo e mi auguro smentite. Nell'augurare a lei, alla sua squadra e a tutto il consiglio comunale un buon lavoro, ricordo che la Nuova seguirà con attenzione cronistica e critica la vita politica e amministrativa. Per il bene comune, in questo caso davvero e per forza giorno per giorno. Siamo il quotidiano.
s.scansani@lanuovaferrara.