“Grandine” miracolosa per San Paolo
Il giovane fantino su Novanta subito in testa ha chiuso ogni spazio ai rivali. San Giacomo-San Luca, strattoni e veleni
E’ stato un Palio al calor bianco. Anzi, al calor bianco e nero. Sono i colori di San Paolo, infatti, a trionfare in piazza Ariostea al termine di una corsa dei cavalli dominata da Sebastiano Murtas detto Grandine e ricca di colpi di scena. Dopo la gioia di San Giovanni nella corsa dei Putti, di San Giorgio nella corsa delle Putte e di San Benedetto nella corsa delle Asine, è esploso così tutto l’entusiasmo dei contradaioli dell’Aquila sulla Ruota, che si aggiudica il Palio di San Giorgio dopo parecchi anni di digiuno.
E’ dal 1987 che il palio dorato manca in contrada e quello di ieri pomeriggio è stato forse il più bello dei tre che la contrada può vantare nel suo albo d’oro. Il giovane fantino sardo, assieme al suo cavallo Novanta, ha dominato la gara nonostante sia stato più volte insidiato e affiancato da altri fantini nel corso dei quattro giri di pista. Rispetto allo scorso anno, quando il mossiere Gennaro Milone ha atteso un’ora e 45 minuti prima di poter abbassare il canape, la mossa è stata per così dire “veloce” e dopo appena una ventina di minuti la corsa ha avuto inizio. Milone, insomma, non ha dovuto faticare molto, nonostante abbia mandato fuori tutti dai canapi dopo la prima chiamata a causa di posizioni non rispettate dai fantini.
Ma già alla seconda chiamata tutto quanto ha funzionato. Santa Maria in Vado con Walter Pusceddu detto Bighino ha aggiunto alla sfortuna di dover gareggiare con il cavallo di riserva Nunteregghepiù (l’ottimo Bonantonio da Clodia indisponibile a causa di un’infiammazione) anche quella di essere stata sorteggiata di rincorsa. Pusceddu ci ha provato ugualmente, con un ingresso quasi a sorpresa, che non ha tuttavia dato buoni frutti. A canape abbassato lo scatto migliore è stato quello di San Giacomo con Alessio Migheli detto Girolamo su Qui Pro Quo, ma i sogni di gloria della contrada gialloblu hanno avuto durata breve. Alla prima curva, infatti, Murtas lo ha infilato per poi non mollare più la testa della gara. I tentativi di affiancarlo non sono mancati. Nel primo giro San Luca con Andrea Chessa detto Nappa II sul suo Narcisco ci ha infatti provato dopo aver superato San Giacomo. Chessa ha tallonato Murtas anche nel secondo dei quattro giri di pista, con Migheli alle sue calcagna. E’ a questo punto che la storica rivalità fra le due contrade si è fatta sentire. Migheli ha infatti trattenuto Chessa, il quale a sua volta ha risposto ostacolando l’avversario.
Una serie di scorrettezze che non hanno fatto altro che danneggiare entrambe i fantini e metterli fuori gioco, tanto che al terzo giro ne hanno potuto approfittare San Benedetto con Adrian Topalli su Tavel seguito da San Giorgio con Alessandro Chiti detto Voragine su Occolè. I due hanno tentato più volte l’attacco a Murtas, cercando uno spazio all’ingresso delle curve, ma il 24enne sardo ha sempre chiuso ottimamente ogni spazio, mantenendo peraltro sostenuta la velocità del suo cavallo. L’ultimo tentativo è stato di San Giorgio, al quarto giro, ma ancora una volta Murtas ha chiuso ogni porta all’avversario andandosi a prendere una vittoria che ha evidentemente voluto fin dal primo istante. Al termine il tripudio, quasi incredulo, dei contradaioli di San Paolo e l’immancabile dedica della vittoria di Grandine a «tutti quelli che mi hanno dato questa opportunità e a chi mi vuole bene». Parole semplici, spontanee, di un fantino in ascesa e sufficientemente ambizioso per poter aspirare, prima o poi, a una vittoria anche al Palio di Siena, dove ha corso già tre volte nel 2012 e nel 2013.
Alla gioia dei bianconeri ha fatto da contraltare la rabbia dei contradaioli di San Giacomo e di San Luca per l’occasione sprecata (ma si sa che la rivalità è così accesa che entrambe le contrade considerano già una vittoria contribuire a non far arrivare al traguardo il rivale) e la delusione di San Giovanni che, con Francesco Caria detto Tremendo su Periclea godeva dei favori del pronostico. Una menzione particolare va poi alla pista, che quest’anno sembra aver avuto persino maggior “grip” dello scorso anno, garantendo così un elevato grado di sicurezza a fantini e cavalli.
Mauro Alvoni