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I 68 anni della Repubblica festeggiati a quota 1200

I 68 anni della Repubblica festeggiati a quota 1200

Cinque paracadutisti ferraresi con le bandiere del Comune, dell’Europa e dell’Italia sono atterrati fra gli applausi in piazza Trento Trieste

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Bisogna volare alto, non farsi trascinare dalle correnti e poi stare con i piedi ben attaccati per terra: se nel lancio dei paracadutisti bisogna a tutti costi trovare un messaggio da destinare alle sorti della Repubblica, questa può essere un’interpretazione che fa al caso.

I cinque atleti della Scuola di Paracadutismo Ferrara che ieri mattina hanno planato sul centro storico della città e le centinaia di persone che ne hanno seguito il volo a naso in su erano sicuramente concentrati su altro: i primi volevano regalare uno spettacolo insolito, i secondi goderselo e immagazzinarlo con qualche scatto. Il risultato è stata una bella festa della Repubblica. I cinque parà hanno centrato a ripetizione e con grande precisione il bersaglio posto sul rinnovato Liston, dopo essersi calati da 1200 metri di quota e aver tracciato una strada immaginaria che nell’ultimo tratto ha imboccato corso Martiri della Libertà, dove un’abile e controllatissima virata a sinistra li ha indirizzati al centro di piazza Trento e Trieste per l’atterraggio: le sospensioni - altrimenti dette quadricipidi - hanno funzionato a dovere e i protagonisti del 68º anniversario della Repubblica sono caduti in piedi sui rettangoli di trachite tra gli applausi del pubblico. Ad accompagnare il loro volo è stata la speaker Donatella Papandrea, che con precisione e cognizione di causa - è un’istruttrice di paracadutismo - ha spiegato il perché e il per come delle evoluzioni, compreso l’utilizzo di alcuni fumogeni che servono a chi vsi lancia per capire da che parte tirava il vento. Ma qui non è questione di opportunismo, solo di corrette informazioni. Il primo ad atterrare è stato Paolo Bevilacqua (10 mila lanci all’attivo), , l’unico militare della cinquina tutta ferrarese, che portava la bandiera del Comune; dopo pochi secondi, con i vessilli dell’Europa, è sopraggiunto Rodolfo Gamberini (circa 2500 lanci); quindi con le bandiere tricolori hanno fatto irruzione sulla città Marco Vitali (1200 lanci), Piero Buzzoni (4.500) e Daniele Visentini (2.300). Gamberini mentre arrtola il paracadute fornisce la filosofia del paracadutismo sportivo: «Serve l’allenamento fisico, ma è molto importante l’aspetto mentale. È una disciplina che ti insegna come affrontare i momenti di panico, ne abbiamo tutti nella vita: e adesso che faccio ? Il paracadutismo ti insegna come controllarti, come reagire davanti a un possibile pericolo». Ammette che serve anche un po’ di coraggio come base: dopo pochi secondi dal lancio lui e i suoi colleghi avevano raggiunto i 280 km orari. Per sapere come si frena «basta venire all’Aeroclub, noi siamo lì» consiglia Papandrea, la speaker-istruttrice.

Marcello Pradarelli