La Nuova Ferrara

Ferrara

alla chiesa del gesù

I «Pianzùn» capolavoro che risale al Quattrocento

“I Pianzùn dla Rosa”. Per i ferraresi sono il simbolo del piagnisteo, del lamento. Un detto popolare che si tramanda da generazioni. Quante volte da bambini è capitato di sentir dire dalla maestra:...

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“I Pianzùn dla Rosa”. Per i ferraresi sono il simbolo del piagnisteo, del lamento. Un detto popolare che si tramanda da generazioni. Quante volte da bambini è capitato di sentir dire dalla maestra: «È inutile che fate “i Pianzùn dla Rosa”, quando qualcuno in classe si metteva a piangere per un niente. Una frase che sembra uscita da una commedia della Straferrara, dove la saggezza popolare si alterna con una dose di ironia e sarcasmo. Ma la vera origine è di tutt’altra matrice. Viene popolarmente definita “I Pianzùn dla Rosa” una delle opere più belle e dibattute della storia dell’arte del Quattrocento ferrarese. Il famoso “Compianto sul Cristo Morto”, realizzato attorno al 1485 da Guido Mazzoni , si trova dal 1934 nella chiesa del Gesù di via Borgoleoni. Anticamante l’opera si trovava nella chiesa della Rosa, che sorgeva in viale Cavour all’angolo con via Armari, irreparabilmente danneggiata dai bombardamenti di 70 anni fa. Ora al suo posto sorge il palazzone dell’Ina. Il Compianto è costituito dalle statue del Cristo Morto e dai personaggi piangenti che lo vegliano: Nicodemo, Giovanni l’Evangelista, le tre Marie (ovvero Maria Maddalena, la Madonna e Maria di Cleofa), Salome e Giuseppe d’Arimatea. Proprio questi due ultimi personaggi hanno le sembianze di Eleonora d’Aragona e del marito Ercole d’Este, secondo duca di Ferrara e signore della città all’epoca della realizzazione. Molte le vicisstitudini di queste statue di terracotta, che tra l’altro anche loro hanno subito danni per il bombardamento durante la guerra e sono stati fatti numerosi restauri tra i quali l’ultimo nel 2000-2001 dal laboratorio di Andrea Fedeli, diretti da Grazia Agostini. (g.p.z.)