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«Noi piagnoni? È Tagliani che non sopporta critiche»

«Noi piagnoni? È Tagliani che non sopporta critiche»

Da Baiamonte (Cisl) e Vancini (Confartigianato) le risposte più dure al sindaco Pastore (Ferrariae Decus): un po’ è vero, i privati investano. Anselmi sarcastico

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Il sindaco Tagliani si scaglia contro i “piagnoni” che ostacolano il lavoro degli operosi e dei concreti, e dallo stagno dove è caduto il sasso si alzano le onde. Politici, imprenditori, esponenti del mondo della cultura e dei sindacati, sono stati inseriti a metà in questa categoria («a Ferrara ci sono persone che si prendono responsabilità e altri che se la raccontano, imprenditori che investono ed altri che accantonano...» ha scritto il sindaco alla Nuova, svariando poi sugli altri ambiti), e ci stanno stretti. Anche se qualcuno che dà ragione al sindaco, non si fa fatica a trovarlo. «I “piagnoni”? Beh, Tagliani non ha mica torto a prendersela - riconosce ad esempio Michele Pastore, architetto di formazione socialista, presidente di Ferrariae Decus - Fa parte della natura ferrarese essere un po’ bastian contrari per tutto, “bene quella cosa, però...” , e per un amministratore è dura. Noi non ci mettiamo dalla parte delle associazioni piagnone, abbiamo appena traslocato da via Kennedy a via Mentessi e di questo dobbiamo ringraziare il Comune, ma poi stop: i soldi per le iniziative le mettiamo noi. Credo, piuttosto, che il decreto Franceschini che detassa fino al 65% degli investimenti in beni culturali possa indurre finalmente i privati a muoversi, almeno nella manutenzione se non nel restauro dei monumenti. Non possiamo aspettare sempre l’intervento dell’ente locale, che ha sempre meno soldi a disposizione».

C’è chi invece ha preso di punta l’intervento del sindaco, e non lo nasconde: «La risposta di Tagliani alla provocazione della Nuova è spocchiosa e permalosa, perché non dice quali sono le associazioni “gelose” e chi se la racconta? - è il commento di Paolo Baiamonte, segretario Cisl - Vogliamo sostenere che Berluti investe a Ferrara solo perché il Comune funziona, e poi con 8 milioni di attivo la stessa amministrazione dice di non avere soldi per nulla... Non si tratta di essere piagnoni, ma chiari: se i problemi non ci sono Tagliani ha ragione, ma se invece ci sono, allora non si può prendersela sempre con chi li segnala. La concertazione? Chiamarci una volta all’anno per raccontarci decisioni già prese non serve a nulla, la volta prossima resto a casa e leggo tutto sul giornale».

Anche per Giuseppe Vancini, segretario Confartigianato e voce critica dell’economia: «Mi sembra proprio che al sindaco diano fastidio le critiche, ma si deve rassegnare: non si può aver sempre ragione. Ferrara è tutt’altro che un’isola felice, solo la presenza di una gran massa di pensionati e dipendenti pubblici garantisce una continuità di consensi anche in situazioni come quella che stiamo vivendo. Comunque - è la conclusione di Vancini - arrabbiarsi ogni tanto non è sbagliato, è il segnale che ci si tiene ad una cosa. Diciamo, e su questo il sindaco ha ragione, che la crisi di Ferrara deriva da una responsabilità condivisa di tutte le componenti della nostra società». Il cambio di passo dev’essere collettivo, insomma.

Chiude il giro delle riflessioni sul Tagliani furioso il suo ex avversario, Vittorio Anselmi, che inserisce una nota caratteriale: «È tipico di Tagliani ragionare in questa maniera, dividere il mondo tra i pochi che fanno e i tanti che non fanno. Peccato, però, che quando gli si offre la disponibilità a collaborare per fare, appunto, lui non raccolga, smentendosi. I piagnoni? Non so se sia vero, e a chi si riferisse il sindaco: nei cinque anni del suo primo mandato, però, non mi è sembrato di vedere chissà quali risultati da parte della sua giunta».

Stefano Ciervo

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