«Questa medaglia non ha prezzo»
Armando Pedriali, 89 anni: «Ricordo tutto degli anni della guerra»
«Avevo paura di non essere all’altezza, di emozionarmi troppo, invece è andato tutto bene. Questa medaglia non ha prezzo». Armando Pedriali, 89 anni (è nato a S. Agostino il 4 dicembre 1924), ha appena ricevuto la medaglia d’onore del presidente della Repubblica come internato nei campi nazisti, e ora è circondato da figli, nipoti e parenti che sono venuti a festeggiarlo in piazza Municipale. Ha avuto un bell’applauso Pedriali mentre con l’ausilio del bastone e il sostegno del sindaco Daniele Garuti di Poggio Renatico, dove abita, saliva le scale per raggiungere il palco. Degli internati ieri decorati, egli è l’unico in vita, il solo che può ancora raccontare cosa gli capitò quando aveva vent’anni: «Ricordo ancora tutti di quegli anni, i posti di blocco tedeschi, gli spintoni, la prigionia, le persone, i russi che ci liberarono, ho tutto davanti agli occhi. E adesso siamo qui». Pedriali - come ha ricordato la professoressa Fiorenza Bonazzi, che fa parte del Laboratorio didattico dell’Istituto di Storia Contemporanea - fu catturato dai tedeschi a S. Pietro del Carso nel settembre 1943. Riuscì a fuggire ma venne ripreso a Trieste e deportato in Lituania, quindi internato a Teplis, dove lavorò in una segheria; nel maggio 1945 venne liberato.
Le altre medaglie d’onore alla memoria sono state ritirate dai parenti di altri sette ferraresi che vennero internati nei campi tedeschi: Lino Ghesini, nato a Portomaggiore il 21 agosto 1924, morto a Treuenbrietzen (Germania) il 23 aprile 1945, dove era stato deportato da Trieste nel settembre 1943; venne liberato dai russi nell’aprile 1945 e subito ripreso a seguito di una controffensiva tedesca: venne fucilato insieme ad altri 100 prigionieri; i familiari, a causa di un banale errore del nome, seppero della sua morte solo nel 1990. Ario Manfrini, nato a Portomaggioe il 14 marzo 1916, morto il 6 agosto 1988; fu catturato in Albania nel settembre 1943 deportato ad Hannover; doveva anche pulire le camere a gas, una volta si rifiutò e rischiò di essere ucciso; venne liberato nell’aprile 1945. Guido Mazzoni, nato a Ferrara il 126 luglio 1920, morto a Ferrara il 26 luglio 2012; catturato a Treviso nel settembre 1943 venne deportato in Germania, stalag III C; liberato nel maggio 1945. Pasquale Nale, nato a Vescovana (Padova) l’1 aprile 1923, morto a Ferrara, il 14 gennaio 2013; catturato a Gorizia l’11 settembre 1943 e deportato in Germania, dove venne spostato in diversi campi, l’ultimo a Custrim; liberato dai russi nel settembre 1945. Elio Paolo Peverati, nato a Copparo 11 febbraio 1920, morto a Copparo il 14 agosto 1995; fu catturato a Duga Resa (Croazia) nel settembre 1943 ed è rimasto in Croazia per tutta la durata della prigionia fino al giugno 1945. Antonio Rambaldi, nato a Ferrara il 19 febbraio 1913, morto a Ferrara il 2 novembre 1945; catturato in Croazia nel settembre 1943 e deportato in Germania, a Camel, campo 501; liberato nell’aprile 1945, arrivò a casa in agosto. Nicola Santanatoglia, nato a Treia (Macerata) il 13 dicembre 1910, morto a Portomaggiore il 7 giugno 2000: fu catturato in Jugoslavia nel settembre 1943 e deportato in Germania, a Ottemshiem; liberato nel giugno 1945.
Sono state consegnate anche 8 onorificenze al Merito della Repubblica italiana. Questi gli insigniti. Commendatore: Carla Di Francesco, Mario Sarno. Cavaliere: Andrea Alberti, Diego Del Tufo, Andrea Firrincieli, Giuseppe Gonnella, Giorgio Orsucci, Melinda Margit Tamas-Tarr.