«Doveroso l’aiuto ai profughi»
Manderioli e Pedaci: il Comune non ha speso risorse. Da due settimane hanno lasciato il territorio
CENTO. Ormai dal 19 maggio, nessuno dei richiedenti protezione internazionale è più sul territorio centese. Dare aiuto a queste persone, è stato per noi, motivo di orgoglio». Così l'assessore ai servizi sociali Massimo Manderioli entra nella questione delle persone - un centinaio nella provincia di Ferrara, di cui una ventina a Cento - «arrivate in Italia dopo essere state salvate in mare con l'operazione Mare Nostrum e trasferite nel Ferrarese su provvedimento del ministero degli Interni». In modo congiunto col vicesindaco Pedaci, l'assessore Maderioli risponde così all'interrogazione presentata dal capogruppo della Lega Nord Lorenzo Magagna che, in merito all’annunciato arrivo di un’altra decina di immigrati nel Centese (oltre ai 12 già accolti), chiedeva chiarimenti in merito a tempi, costi, controlli sanitari e modalità di gestione dell'accoglienza. «L’assistenza di queste persone ha un costo – ribadiva Magagna nella sua interrogazione – e richiedono disponibilità d’alloggi dove farli vivere. L’amministrazione ha affermato più volte di avere limitate risorse economiche e, quelle a disposizione, già impegnate. Dopo il sisma del 2012, a Cento vi sono ancora centinaia di persone fuori delle proprie case e molte altre ancora nei moduli abitativi temporanei». Magagna riportava poi ad esempio come «sembrerebbe che a Bondeno, Poggio Renatico e Mirabello, gli immigrati non siano arrivati, dal momento che, pare che le amministrazioni non lo ritengano opportuno fino a quando, tutti i cittadini fuori di casa per il terremoto, non siano rientrati in case di mattoni». Sa qui l’interrogazione del capogruppo leghista, cui ha fatto seguito la precisa replica di Manderioli e Pedaci: «Da parte del Comune di Cento, non c'è stato nessun esborso di risorse. L'accoglienza è stata gestita dal ministero degli Interni, che risulta essere ente responsabile per il finanziamento relativo al loro sostentamento, e a livello locale, dall'Asp di Ferrara. E di fronte all'appello lanciato dal Prefetto, in conferenza provinciale, ogni Comune ha risposto in funzione delle proprie disponibilità. Ha aderito Cento, che aveva dalla sua la disponibilità, non di alloggi a fronte di proprietari non interessati per paura di venir usurpati e quando c'è gente, per lo stesso motivo, che vive ancora nei Map, ma di una struttura alberghiera, I Tre Moschettieri di Renazzo, che ha acconsentito ad accoglierli. In fondo, per Cento un vanto e dal punto di vista economico, l'operazione ha avuto anche una ricaduta positiva per il territorio. L'albergo infatti ha accolto, fino al 19 maggio, giorno della loro partenza, tutti i 19 richiedenti asilo». Manderioli ricorda poi il cordone di solidarietà che in città si è attivato per aiutare i profughi che «in ottemperanza alle norme diritto internazionale cui l'Italia è vincolata, hanno il diritto alla permanenza sul territorio nazionale durante lo svolgimento della procedura di asilo». E nel ringraziare la Caritas di Renazzo, in particolare Mariella Balboni per l'impegno e la disponibilità messa in campo, l'assessore spiega come le persone arrivate nel territorio ferrarese «siano state sottoposte ad uno screening medico effettuato secondo le disposizioni del dipartimento di Sanità Pubblica dell'azienda Usl, presso un presidio ambulatoriale creato nei locali dell'Ex Ospedale sant'Anna di Ferrara».
Beatrice Barberini