Alla necropoli con il metal detector: e in casa aveva un tesoro archeologico
Denunciato dalla Guarda di Finanza di Comacchio un “tombarolo” scoperto con una moneta antica. Nella sua abitazione custodiva 311 reperti di epoca romana
Aveva in casa sua 311 reperti archeologici di epoca romana: il «tombarolo», un ferrarese di 51 anni è stato così denunciato dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Comacchio per il possesso illegale di questo materiale. I finanzieri sono arrivati a lui nel corso di uno dei controlli del territorio, notandolo mentre scandagliava, con un metal detector, un terreno in Valle Pega, nelle vicinanze della Necropoli etrusca di Spina. L’atteggiamento dell’uomo alla ricerca di qualcosa di particolare in una zona d’interesse archeologico, ha subito incuriosito la pattuglia: dopo il lavoro di ricerca, l’uomo si allontanava a bordo dell’auto e all’alt dei finanzieri e al controllo, i militari rinvenivano, oltre all’attrezzatura, anche una moneta antica, frutto della ricerca appena conclusa. Da qui la perquisizione della casa dove è stata scoperta una vera e propria collezione di oggetti antichi, monete e monili, risalenti ad epoca romana. In tutto sono stati sequestrati oltre 300 pezzi di rilevanza archeologica.
L’attività si inquadra nell’ambito di un programma di prevenzione e repressione che la Guardia di Finanza sta attuando per contrastare attività economiche illecite collegate agli scavi abusivi nelle aree archeologiche ferraresi. Non è la prima volta che nella zona della famosa necropoli di Spina vengono rinvenuti beni archeologici di notevole interesse; in passato, infatti, sono stati diversi e rilevanti i sequestri effettuati presso abitazioni utilizzate spesso come veri e propri depositi da appassionati del settore. l funzionari del Museo Archeologico di Ferrara, intervenuti a supporto dei finanzieri, hanno stabilito che i pezzi rinvenuti, da considerarsi di notevole interesse culturale, sono tutti risalenti all’epoca romana.