Intestino perforato, non ci sono colpevoli
Argenta, assolta anche l’infermiera per i danni al paziente durante una colotac La parte civile: «Siamo allibiti, surreale la produzione della sonda in aula»
ARGENTA. Nessuno è stato responsabile delle sofferenze di Marco Bellistracci, uscito da una colotac con il retto perforato e la vita cambiata per sempre. Dopo l’assoluzione, la scorsa udienza, del tecnico di radiologia Luigi Pelliconi e del radiologo Alessandro Barboni, ieri il giudice ha assolto anche l’ultima imputata rimasta a rispondere di lesioni personali colpose, l’infermiera Liana Fuschini, che materialmente introdusse la sonda durante l’esame eseguito nel 2007 nell’ambulatorio di Radiologia dell’ospedale Mazzolani-Vandini di Argenta. Nessuna penale responsabilità per lei, ha sentenziato il giudice Testoni, assolvendola con formula piena per non aver commesso il fatto. Decisiva per il tribunale è stata la consulenza della difesa, che in netto contrasto con le conclusioni del consulente di parte civile, aveva negato che la causa del danno fosse da attribuire all’introduzione della sonda, indicando invece in un trauma da pressione, favorito dallo stato già compromesso dei tessuti, il motivo della perforazione. «Sono stata malissimo per quello che è successo al signor Bellistracci - ha detto ieri l’infermiera in aula - Quel giorno ho eseguito la colotac come avevo sempre fatto in precedenza e come ho continuato a fare dopo. Sono sicura di non aver sbagliato niente nell’introduzione della sonda, anzi sicurissima». E a riprova il consulente ha prodotto in aula una sonda, per dimostrarne la flessibilità e la lubrificazione con una sostanza anestetica.
«Sono allibito - ha commentato l’avvocato Antonio Salvatore, legale di parte civile - A fronte di due consulenze di parte così contrastanti, mi aspettavo che il giudice disponesse una perizia super partes e non assolvesse invece subito l’imputata, e nemmeno con formula dubitativa. Trovo poi surreale che il consulente della difesa abbia prodotto una sonda fornitagli, per sua stessa dichiarazione, dall’imputata. L’appello è scontato».