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Lesioni e omissioni, militari a processo

Lesioni e omissioni, militari a processo

Tre carabinieri di Cento accusati da un giovane: «Trattenuto in caserma per aver notato la loro auto ferma sulle strisce»

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CENTO. Sono imputati di lesioni, violenza privata e omissioni. Tre carabinieri della Compagna di Cento - Giuseppe Tirino, Roberto Pini e Denis Guercioni - sono a processo a seguito della denuncia di un giovane, che li accusa di averlo trattenuto in caserma senza motivo, e di avergli strappato gli occhiali procurandogli un’escoriazione al naso.

La vicenda risale all’aprile del 2009 quando il ragazzo uscendo di casa al mattino aveva notato una pattuglia dei carabinieri ferma sulle strisce pedonali, nelle vicinanze di una scuola elementare: «Non potete insegnare ai bambini il codice della strada se voi per primi non lo rispettate», aveva osservato il giovane. I carabinieri - gli appuntati Pini e Guercioni - gli avevano chiesto i documenti e il ragazzo era finito in caserma: senza motivo, secondo il racconto del ragazzo; perché voleva riferire l’infrazione dei militari al maresciallo Tirino, secondo la testimonianza dell’allora vicecomandante della stazione di Cento, il maresciallo Ugo Solice.

Una volta in caserma però, ha riferito ancora ai giudici il ragazzo, i carabinieri lo avrebbero trattato con maniere piuttosto brusche, spintonandolo, facendolo sedere a forza e procurandogli un’abrasione al naso strappandogli gli occhiali. «L’escoriazione era visibile sul lato sinistro del naso», ha testimoniato il dottor Domenico Saccà, medico del pronto soccorso. Il referto riporta anche un trauma distrattivo al rachide lombosacrale, visto che il ragazzo qualche ora dopo aveva lamentato dolori al collo e alla schiena. «Quella mattina l’ho visto rientrare a casa attorno alle 8.15 - ha riferito la mamma - era molto arrabbiato per quello che era successo in caserma». Idem la testimonianza del fratello, che quel giorno lo incontrò durante la pausa pranzo nella mensa della loro azienda familiare: «Era agitato e diceva che gli faceva male la schiena,al punto che alle 17.30, terminato il lavoro, aveva deciso di andare al pronto soccorso. Però c’era troppa gente, e così decise di tornare a casa e riprovare il giorno dopo ».

Un paio di mesi più tardi il ragazzo aveva sporto denuncia. In prima battuta la procura aveva chiesto l’archiviazione (per il lasso di tempo intercorso tra l’episodio contestato e la diagnosi), ma il gip aveva ritenuto gli elementi raccolti meritevoli di un approfondimento processuale, e accogliendo l’opposizione della parte civile (avvocato Luana Pastorelli) aveva rinviato a giudizio i tre militari. Da parte sua la difesa (avvocati Alberto Bova e Veronica Pettazzoni) ha puntato a smontare le accuse del ragazzo ritenendole frutto di una manifesta ostilità nei confronti delle forze dell’ordine, e di una sorta di mania di persecuzione che lo avrebbe indotto a rinunciare al cellulare per il timore di essere intercettato. Il processo riprende il 2 luglio.

Alessandra Mura