QUEL DESTINO CINICO E BARO
Caro Direttore, come ben sa la leggo sempre e molto volentieri. Spesso mi è capitato anche di esprimere apprezzamento per i contenuti dei suoi interventi e per la spinta che le sue provocazioni...
Caro Direttore, come ben sa la leggo sempre e molto volentieri. Spesso mi è capitato anche di esprimere apprezzamento per i contenuti dei suoi interventi e per la spinta che le sue provocazioni tendono a dare ad un dibattito politico, sociale ed economico di questo territorio assai povero e limitato. In particolare ho letto con interesse la lettera al Sindaco di domenica 1 giugno: l'ho ritenuta un contributo importante e interessante che non solo mi ha spinto a riflettere ma l'ho interpretata come voglia di "spingere" a dare una speranza ad un territorio in grande difficoltà, certamente per mille motivi, non ultima la Grande Crisi, un territorio e una popolazione che hanno bisogno di guardare avanti e capire per quale strada camminare (non oso dire correre). Come rappresentante di un sindacato che, bene o male cerca di guardare avanti ed interpretare un mondo che si è rinnovato e si rinnova continuamente, non posso che salutare sempre positivamente chi si pone su questa lunghezza d'onda e che spinge gli altri a farlo. Tuttavia non tutti l'hanno interpretata in questo modo: Scansani, lei non deve dare sponda a coloro che si piangono addosso: fonti non sospette ci dicono che sono migliaia le persone che hanno perso il lavoro a Ferrara in questi cinque anni, e che centinaia se non migliaia sono i lavoratori in cassa integrazione molti in deroga e questi non sanno neppure se verrà rinnovata la cassa: a queste persone possiamo limitarci a dire: al lavoro e non piangetevi addosso!? Ai commercianti, agli artigiani, ai piccoli industriali che chiudono possiamo dire: al lavoro e non piangetevi addosso!? Alle migliaia di giovani (se possiamo continuare a chiamare giovani persone di 35/40 anni) che tutti i giorni si arrabattano per trovare qualcosa da fare e magari poi decidono di espatriare, possiamo dire: al lavoro e non piangetevi addosso!? Va bene, diciamolo! Perché forse basterà dire loro così che smetteranno di piangere e inizieranno, magari a ridere... e a lavorare. Non credo, come dice oggi il Sindaco, che ci siano persone che si ritengano solo perché ferraresi perseguitati da un destino cieco (magari cinico) e baro, ritengo però che ci siano tantissime persone che chiedono a chi li rappresenta, si badi bene che non è solo il sindaco, di aiutarli a dare loro un futuro migliore o quanto meno la speranza di un futuro migliore. Chi chiede questo (anche di domenica, magari) non può essere sempre considerato un disturbatore e un denigratore, ma con un po' più di serenità e disponibilità, magari anche con un po' di modestia si potrebbe anche ascoltare e recepirne gli stimoli. Il Sindaco, nella sua risposta puntuale e articolata per quanto attiene le cose fatte fa emergere, tuttavia, che non solo i “Pianzùn dla Rosa” gli danno sui nervi ma anche politici, imprenditori, persone che se la raccontano, associazioni non dinamiche e dispersive ed estenuanti gelosie, dimenticando però di dirle Scansani, i nomi e i cognomi, così come le prometteva all'inizio del suo terzo paragrafo. Visto allora che il sindacato, secondo le dinamiche renziane appena sposate in questa provincia, è diventato un inutile orpello, invito lei Direttore, che invece rappresenta quello che io definisco il quarto potere e che ancora tutti in qualche modo temono anche se non lo ammetteranno mai, a chiedere al Sindaco di esplicitare nomi e cognomi, così potremmo capire chi vuole bene ai ferraresi o chi li prende i giro, secondo, ovviamente il suo giudizio. Infine, dopo aver elencato tutte le cose fatte in questi cinque anni, dopo le lezioni di economia e di rigore che al confronto la Merkel passa per una spendacciona, si potrà finalmente ragionare ad esempio di politiche per e del turismo, di politiche migratorie e abitative, di sicurezza, di interculturalità, di politiche per il lavoro, per i giovani, di politiche energetiche, di come si può orientare l'economia del territorio e quali risorse privilegiare, dei problemi sociali legati all'invecchiamento della popolazione la cui sintesi non é nei soli interventi dei servizi, di sanità, di appalti, di viabilità e sostenibilità ambientale, di cosa potremo offrire ai nostri figli e nipoti da qui a 10/20 anni.
*segretario generale Cisl