La Nuova Ferrara

Ferrara

«Atto di violenza al patrimonio»

«Atto di violenza al patrimonio»

Caterina Cornelio, direttrice del Museo Archeologico che custodisce il materiale

2 MINUTI DI LETTURA





I tecnici e i dirigenti del Museo Archeologico da sempre sono al lavoro per tutelare il patrimonio archeologico assieme a finanza, i carabinieri del reparto tutela del patrimonio e di tutte le forze dell’ordine. «Da sempre che io ricordi guardando atti e fotografie del museo abbiamo trovato la Finanza a Comacchio in un ruolo importante nella salvaguardia della necropoli di Spina». Dopo le bonifiche degli anni ’20 quando in Valle Pega vennero alla luce 3000 tombe della Necropoli di Spina, ha ricordato la direttrice del Museo, Caterina Cornelio, «c’era una casa della Finanza con una torretta e per i controlli si usavano i cani per le ronde: ho visto nei nostri registri che come Museo ne avevamo il mantenimento». Dunque un legale forte, fortissimo, con le forse dell’ordine, ha rammentato la direttrice citando i tanti sequestri di reperti oggi in mostra nelle teche del Museo mentre altri sono nei magazzini in attesa dell’iter dopo i sequestri. «Ciò di cui stiamo parlando oggi - ha sottolineato introducendo l’incontro di ieri - è un atto di violenza contro il nostro patrimonio». Un saccheggio di materiali e di conoscenza: «c’è differenza tra scavatori e detectoristi (come il muratore denunciato, ndr) poichè i secondi distruggono tutto ciò che trovano alla ricerca solo del materiale individuato. Per noi invece è importante tutto». Il mercato? «Esiste un mercato clandestino di questi reperti, c’è una recrudenza con collezionisti e privati attivi in tutti i siti»: e se c’è una domanda deve esservi un’offerta. Quella del tombarolo di turno.