La Nuova Ferrara

Ferrara

Denunciato un muratore per saccheggio di reperti

di Daniele Predieri
Denunciato un muratore per saccheggio di reperti

Sequestrati in casa sua 311 pezzi tra monete imperiali romane, fibule, amuleti Il sovrintendente Minoia: «Questo è un crimine contro la conoscenza e la storia»

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Nella collezione di reperti che aveva in casa, c’era un piccolo gioiello, una moneta d’argento romana della Prima Repubblica, epoca 90 A.C., con l’effige di una testa di Apollo. Poi altre monete d’argento dell’87 A.C, del 76 A.C., tante di bronzo degli imperatori, da Augusto a Tiberio, Nerone, Vespasiano, Antonio Pio: monete dal primo secolo A.C. fino al quarto secondo D.C.. E ancora, un pezzo del 1276, battuto da Ludovico Re, Luigi IX il San Luigi dei Borbone. In casa sua, dove abita, il muratore comacchiese aveva in bella mostra anche pesi di piombo, stadere, amuleti d’età romana con forme falliche, esagonelle ceramiche tipiche dei rivestimenti murali romani, oggetti in legno e cuoio. In tutto 311 pezzi, raccolti nella zona della Necropoli di Spina, in Valle Pega alle porte di Comacchio: qui i finanzieri hanno sorpreso il muratore-tombarolo 51enne, mentre «armato» di metal-detector era a caccia di reperti. Lo hanno poi seguito, fermato, in auto dove gli hanno trovato il «raccolto» del giorno, alcuni pezzi, alcune monete. In casa sua, a seguito della perquisizione si è scoperto tutto il resto della collezione che, questa l’ipotesi, non custodiva per propri interessi personali, nè solo per passione. Ma da piazzare, chissà, sul mercato elettronico delle aste web dove i collezionisti comprano tutto e di più. Il comacchiese è stato così denunciato dalla finanza per il reato di ricettazione e dopo il sequestro, ora i reperti sono custoditi nel Museo Archeologico della città, dove ieri è stata presentata l’operazione della Finanza e dove dopo l’iter giudiziario-amministrativo, ha spiegato Mario Cesarano, il dirigente del museo che ha eseguito anche la perizia sui reperti, verranno acquisiti in modo permanente. Proprio Cesarano ha sottolineato l’importanza dei reperti trovati, sottolineando il fatto che si tratta di «persona che aveva competenza e conoscenze di ciò che stava facendo, Poiché ha operato una selezione sul materiale». Un elemento è certo sottolinea Cesarano «l’autenticità e l’antichità delle monete che sicuramente vengono dal nostro territorio, datate tra la fine della città etrusca di Spina e la prima romanizzazione dell’area ferrarese». Non ha avuto dubbi, infine, il sovrintendente regionale Marco Edoardo Minoia nel giudicare l’attività illegale di chi si impossessa di reperti che raccontano il passato ai ricercatori: «Siano di fronte ad un crimine contro la conoscenza».