La Nuova Ferrara

Ferrara

L’Ospedale degli Infermi sarà un museo nazionale

L’Ospedale degli Infermi sarà un museo nazionale

Comacchio, premiati gli esperti i cui progetti presto si tradurranno in realtà La storia di un territorio troverà finalmente il luogo di massima espressione

3 MINUTI DI LETTURA





COMACCHIO. Dopo anni di intenso lavoro di squadra tra Comune e comitato scientifico, l’altra sera in consiglio comunale sono state premiate le prime 3 proposte progettuali, che hanno partecipato al concorso di idee per gli allestimenti museali dell'ex Ospedale settecentesco degli Infermi.

Ad aggiudicarsi il concorso di idee con 98 punti è stata Michela Binacardi, architetto bolognese, che ha ritirato la targa e la pergamena dalle mani del sindaco Marco Fabbri, presentando il suo staff, composto dagli architetti Angela Cazzoli, Nike Marangucci, Alessandro Tricoli, Rita Zambonelli e dall'archeologa Gaia Cammarata.

Secondo posto per la proposta progettuale (92 punti) dell'arch. Daniela Delvecchio di Bologna (collaboratori: William Strali, Luca Paladino, Massimo Sarzi Madidini e Marco Lama).

Infine al terzo posto con 70 punti si è classificata la proposta di Cesari Mari, condivisa dall'architetto Annachiara Zarattini di Comacchio, che ha ritirato la pergamena dalle mani dell'assessore Alice Carli.

«Si è conclusa la prima parte dei lavori cominciati anni fa - ha commentato con soddisfazione il sindaco Marco Fabbri -, lavori in parte rivisti da questa amministrazione Comunale. Sono stati compiuti sforzi massimi, sino all'approvazione da parte della giunta del progetto elaborato dal Comitato scientifico. Quello che sorgerà - ha proseguito il sindaco - sarà un Museo di respiro nazionale, che dovrà essere messo in rete non solo con gli altri musei della provincia, ma con tutte le altre italiane».

Laura Ruffoni responsabile dei servizi museali comunali ha poi compiuto un excursus delle vicende che hanno preceduto il concorso di idee per gli allestimenti dell'ex-ospedale settecentesco, culminato con le premiazioni di ieri sera. Nel 1988 è stato siglato il primo protocollo d'intesa, che individuava l'ex ospedale San Camillo come area museale, fulcro di un sistema archeologico che comprendeva anche le valli. Dopo lunghi restauri, nel 2005 su impulso di Fede Berti, ex direttrice del Museo archeologico nazionale e dell'ex- Soprintendente ai beni archeologici Luigi Malnati, sono state realizzate tre importantissime mostre, che hanno segnato il momento d'oro per gli scavi archeologici nel territorio, delineando un nuovo inizio per le ricerche. Nel 2009 è stato nominato il Comitato scientifico, poi le alterne vicende politico-amministrative hanno comportato una battuta d'arresto. Recentemente, il Comitato scientifico, sotto il coordinamento dell'archeologo Mario Cesarano, ha presentato le linee guida e l’altra sera è stata dunque premiata la proposta progettuale, che dovrà tradurle in realtà.

Durante la cerimonia di premiazione è intervenuto lo stesso archeologo Cesarano, funzionario della Soprintendenza ai Beni Archeologici, per sottolineare che «il dialogo con il Comune è serrato, ci chiede conto di quello che si sta facendo, perché è l'interfaccia. Ci sono professionisti impegnati in ciascuna delle sezioni. Stiamo lavorando per fare un buon museo - ha aggiunto Cesarano -, quello che la città merita. L'ing. Antonio Peretto si occupa della sezione dedicata all'evoluzione del paesaggio in cui insiste Comacchio da 1 milione di anni».

©RIPRODUZIONE RISERVATA