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Piagnone chi? Maisto, Marattin e Modonesi attack

Piagnone chi? Maisto, Marattin e Modonesi attack

I dibattiti della Nuova, le risposte degli assessori neoconfermati

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Piagnoni in diminuzione e orgoglio ferrarese in resta. I “moschettieri” della giunta Tagliani fanno quadrato attorno al sindaco, nel dibattito innescato dal suo j’accuse contro chi (società civile, politici, imprenditori) sa solo lamentarsi e chiedere l’intervento del pubblico, anche perché non lo vedono animato dall’intenzione di lanciare accuse di lesa maestà. Scorgono, i tre fedelissimi del sindaco, nei rispettivi ambiti di azione quotidiana, un progressivo prosciugarsi della pozza di lacrime attorno a Palazzo Municipale, in controtendenza con l’attitudine storicamente attribuita ai ferraresi e anche con le sofferenze inferte dalla crisi economica; Ferrara è piena di bellezza ed energie vitali, farlo notare di più è anche un modo per ottenere risultati migliori.

A mettere giù qualche paletto è il “tesoriere”, Luigi Marattin, che in tre anni e mezzo di mandato si è fatto un’idea ben precisa: «Il tempo del tutto gratis o tutto dovuto ai portatori d’interesse è finito, non solo a Ferrara. Lo impongono le condizioni dell’economia a livello mondiale, e questo messaggio è passato anche tra le associazioni ferraresi, dov’è in corso un ricambio generazionale che aiuta. Il richiamo del sindaco voleva essere un invito a guardare avanti, a mettersi tutti in gioco. Vale anche nel rapporto con la Regione, con la quale siamo stati per anni abituati a giocare il ruolo degli svantaggiati e che ora determina il nostro posto nella competizione territoriale. Che si misura - sottolinea l’assessore al Bilancio - non nei confronti di Rovigo o Ravenna, ma con Londra, della quale l’intera Emilia Romagna è un quartiere, dal punto di vista del numero degli abitanti».

Su quest’ultimo aspetto insiste anche “il costruttore”, cioè Aldo Modonesi: «Noi trascurati dalla Regione? Bè, a volte il trattamento dipende anche dal mondo in cui ci si presenta, la strategia del lamento perenne può andar bene una volta, due ma poi ti prendono le misure. Un pizzico di orgoglio in più per le nostre eccellenze e qualità ci consentirebbe di partire da posizioni migliori. Del resto ho in mente l’esempio del terremoto: uno choc del genere ha fatto venir fuori il meglio dei ferraresi, ci siamo rimessi in piedi in pochissimo tempo e non l’abbiamo fatto guardando solo al nostro ombelico. Ho del resto l’impressione - conclude il titolare ai Lavori pubblici e ora anche alla Comunicazione - che la tendenza a mettere in luce solo quanto non va, non sia una esclusiva ferrarese: magari spostandosi di qualche decina di chilometri se ne può avere conferma».

Tra le indiziate al ruolo di piagnone ci sono molte associazioni culturali, ma “l’umanista”, al secolo Massimo Maisto, tende a smentire: «I tagli di questi anni hanno cambiato tutto, e la maggior parte delle associazioni l’ha capito. Noi lavoriamo meglio con loro, i “concreti” sono in maggioranza in questa città. La sferzata del sindaco deve servire a risvegliare l’orgoglio di Ferrara, e in questo senso va letta in positivo - è il ragionamento dell’assessore a Cultura e Turismo - Un esempio è dato dai privati che si sono rimboccati le maniche e hanno “regalato” alla città un aeroporto, il Marconi di Bologna, che grazie al servizio navetta è diventato a portata. Siamo meglio di quanto raccontiamo noi stessi».

Stefano Ciervo

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