La Nuova Ferrara

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SE POTESSERO I PIANZÙN...

Signor sindaco veniamo al suo scritto, non senza averle prima anticipato che, per quanto ci riguarda, saremo già soddisfatti se lei svolgesse al meglio quella funzione pubblica che presuppone una...

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Signor sindaco veniamo al suo scritto, non senza averle prima anticipato che, per quanto ci riguarda, saremo già soddisfatti se lei svolgesse al meglio quella funzione pubblica che presuppone una forte capacità di dar forma a un progetto amministrativo che - nel tempo, s'intende - sia in grado di valorizzare le risorse locali (persone, storia, arte, cultura e ambiente, quest'ultimo considerato come valore capace di favorire la crescita sociale ed economica di questa nostra comunità). Sì, perché - ne converrà - Ferrara sta consumando senza ritegno e senza logica alcuna il patrimonio rappresentato dai suoi giovani ad alte potenzialità (come lei sa, senza prospettive di lavoro molti sono già emigrati nei paesi europei o, addirittura, negli Usa e in Australia. Il nostro patrimonio urbano e architettonico è trascurato e sta perdendo drammaticamente valore. Basti pensare al quadrante nord-ovest (via del Lavoro, via Marconi), al Gad (grattacielo e Quartiere giardino, che tale fu solo quando il grande architetto ferrarese, Ciro Contini, lo progettò e realizzò negli anni Trenta del Novecento), al quadrante sud-est (vecchio Sant'Anna diventato ricovero di ratti e marginali abbandonati al loro destino), al quadrante sud-ovest (Caserma Pozzuolo del Friuli, cadente e colpevolmente inutilizzata). Per non parlare poi dello stato vergognoso in cui versa da decenni il fantomatico Palazzo degli Specchi e il desolante stato in cui permane quel rudere che un tempo rispondeva al nome di teatro Verdi. E che dire dello stato di abbandono e incuria in cui versano i veri e unici gioielli del mancato sviluppo turistico ferrarese. Che dire del più affascinante quadrivio del Rinascimento internazionale (quello per intenderci di Palazzo dei Diamanti) sfregiato dallo stato pietoso in cui versa palazzo Prosperi -Sacrati (abbandonato all'incuria degli uomini e del tempo) e quello attualmente occupato dalla Polizia di stato)? E del Castello, simbolo e presenza della storia e dell'arte estense, abbandonato alle erbacce e consunto nelle sue pietre e nelle parti lignee sottostanti le malferme balconate. E il complesso di Palazzo Massari e di Palazzina dei Cavalieri di Malta, chiuso da anni nonostante conservi la più completa quadreria del Boldini? E ci fermiamo qui per non tediare oltre, ma ben altro avremmo da sottoporre all'attenzione del sindaco asfaltatore. Ma ci permetterete di osservare che non si fa servizio turistico di media durata se il prodotto turistico (monumenti, quadrerie, gallerie) è solo parzialmente fruibile e le occasioni culturali sono episodiche (è saltata la mostra autunnale dei Diamanti?) o rivolte indistintamente a tutti i target esistenti (dal Libro ebraico, al Baloon Festival, dal Teatro internazionale al vernacoliere, dalla musica classica alla sagra paesana, dal Festival dei cantori di strada alla stagione Jazz).

Crediamo che se potessero "i Pianzùn dla Rosa" farebbero coraggio ai ferraresi.

Lei signor sindaco ha una giustificazione per tutto e ciò non è una cattiva novella ma - ci creda - non può continuare a lodare il suo operato, i cui risultati positivi non si sono ancora palesati e martellare sulle unghie dei reprobi che non le riconoscono ciò che lei dice di aver fatto. L'ospedale di Cona, per esempio, non è una scelta sua ma il futuro del nosocomio cittadino dipenderà anche da lei; la realizzazione della metropolitana di superficie per Cona è un progettto altrui ma la sua realizzazione non nasconde le sue responsabilità; la permanenza in città dell'Ateneo dipenderà anche da lei; la crescita della Fiera cittadina dipenderà anche dal suo impegno; trasformare l'investimento sull'idrovia in un ritorno in termini di reddito e occupazione è qualcosa che dovrà impegnare anche lei; rendere produttivo il patrimonio urbanistico e architettonico, storico, artistico e culturale, umano, professionale e ambientale è un tema che la riguarda in prima persona. Lasci perdere le chiacchiere e gli slogan e cominci a porsi alla testa di un gruppo di politici, imprenditori e uomini delle professioni che se le sottrarranno un po' di luce della ribalta la renderanno capace di costruire un futuro per questa città e per il suo territorio.

* Centro studi economici e sociali

"Luigi Einaudi" - Ferrara