La Nuova Ferrara

Ferrara

«Buongiorno assessori. E ora pedalare»

di Marcello Pradarelli
«Buongiorno assessori. E ora pedalare»

Le prime parole del sindaco, che si presenta con una maglietta viola e fa sussultare lo juventino Marattin: «È un affronto»

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Alle 10.40 il veterano Aldo Modonesi è già sul pezzo: seduto sul divanetto sistemato sotto le bifore attende, l’arrivo dei colleghi. Come mai così presto? «Mi hanno detto di venire un quarto prima per le foto». Ma la giunta non è alle undici e mezzo? Scartabella tra i fogli che ha sottomano e scopre di essere in formidabile anticipo: «Ho anche rinunciato a un caffè con mia moglie perché pensavo di essere in ritardo». Alle 10.50 arriva il neofita Simone Merli, in linda e sbottonata camicia di lino con annesso villoso profluvio: «Sono andato in palestra, doccia, poi a casa, mi sono cambiato e mi sono messo la giacca, faceva un caldo boia, me la sono tolta e a son gnù acsì» dice confrontandosi con il Modonesi in giacca e cravatta, che lo guarda un tantino perplesso.

Alle 10.56 sale lo Scalone Annalisa Felletti calpestando i gradini con nuovissimi sandalini azzurri, lei non è una stanga ma li ha presi lo stesso senza tacco, forse perchè agli occhi di tanti dei suoi “amici” di Sel si è già messa troppo in vista.

Alle 10.58 spunta fuori dal suo ufficio Tagliani in jeans e lacoste viola, incurante dell’etichetta e menefreghista nei confronti della superstizione che assegna a questo colore malefici influssi. La mise del sindaco - che si veste proprio come se Palazzo Municipale fosse casa sua - folgora invece l’impeccabile Luigi Marattin in abito antracite, il cui aplomb di stampo ministeriale subisce uno scostamento dinanzi alla liliacea macchia di colore che riveste il busto del sindaco e fa strabuzzare gli occhi juventini dell’assessore rimembrandogli la casacca dell’odiata Fiorentina: «Questo è un affronto, una maglia viola, non è possibile. E porta pure sfortuna. L’avessi saputo avrei portato la mia sciarpa bianconera. Solo a Renzi è consentito mettere una maglia viola». Tagliani non fa un piega.

Alle 11.12 ecco Caterina Ferri, in estivo e fresco tailleur, seguita a ruota da Roberto Serra. I due, insieme a Merli e Felletti, vengono comandanti dai fotografi di mettersi in posa sullo Scalone. Mentre stanno per scattare la foto ai quattro nuovi assessori nell’inquadratura appare un quinto figuro. «C’è una strana presenza...». Mauro Malaguti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, si ritrae con una battuta: «Pensavo di essere in giunta anch’io, ma non so ancora con quale delega». Sopraggiunge il vice sindaco Maisto che sta allo scherzo e riverisce l’oppositore con cui condivide la passione nerazzurra: «Gli interisti sono sempre ben accetti». S’affacciano sullo Scalone anche Chiara Sapigni con una sgargiante camicia che ha tutti colori della primavera (e lei è quella che ne conta di più in giunta, solo il sindaco la batte in età) e l’austera, quasi spartana Roberta Fusari. Ecco, ora ci sono tutti. Per la foto di gruppo Tagliani mi mette addosso una giacca, che riappenderà alla sedia prima di entrare nella sala tonda e prendere posto attorno al tavolo della giunta. La segretaria generale Luciana Ferrari spiega agli assessori vecchi e nuovi cosa contengono le cartelline che hanno davanti agli occhi e quali documenti devono compilare. Ore 11.28. Il sindaco può cominciare con due minuti di anticipo sui tempi: «Buongiorno e grazie a tutti», poi indica un piccolo cestino alla sua sinistra contenente nove sfere. «Vi domandarete cosa c’è qui dentro. Sono palline con i nomi dei ciclisti, perchè quello che vi si chiede è di pedalare». Le palline vengono distribuite dalla portavoce Anna Rosa Fava. Il messagio è chiaro. I preamboli sono finiti. Resta solo da congedare i cronisti affacciati sulla soglia: «E ora se i giornalisti ci fanno la cortesia...». Un passo indietro. La porta si chiude. Il Tagliani bis si mette al lavoro.