La Nuova Ferrara

Ferrara

L’Amicizia nasce al Parco

L’Amicizia nasce al Parco

Oltre 300 alla tavolata fatta in casa. Tagliani: sarà intitolato alla memoria di Bui

2 MINUTI DI LETTURA





Il più giovane aveva due mesi, i senior superavano gli ottanta. Nei piatti, un intero arco di sapori, dal salame da taglio al cous cous. Oltre trecento persone si sono sedute venerdì sera al “Tavolo lungo un parco”, la festa di quartiere che per il secondo anno ha riunito i frequentatori del Parco dell’Amicizia, tra viale Krasnodar e via Ippolito Nievo. Un appuntamento - spiega Patrizio Fergnani, ideatore dell’iniziativa - che ha saputo accendere una scintilla in un momento buio, quello del terremoto. «Tutto è nato la mattina 29 maggio del 2012, con la seconda scossa. I bambini erano a scuola e li abbiamo portati all’aperto, preparando un pranzo alla buona nel parco, dove poi per un certo periodo è sorta anche la “tendopoli dell’Amicizia”». La fine dell’emergenza non ha spento la voglia di stare insieme e l’anno successivo, tra una mail e un volantino appeso agli alberi, la tavolata è rinata con ben 250 partecipanti. Si festeggiavano i dieci anni del Parco, ma anche l’inizio di una tradizione. «L’anno scorso - continua Fergnani - siamo arrivati a 100 metri di tavolata. Quest’anno se ne è aggiunto un altro pezzo, con 310 partecipanti seduti e altri in piedi. E ci piacerebbe continuare avvicinandoci ad una tavolata che giri attorno ai 551 metri del perimetro del Parco dell'Amicizia». Un’area verde che deve molto all’impegno, silenzioso e costante, di un ferrarese speciale, Andrea Bui, morto a 65 anni poche settimane fa: anno dopo anno, coltivaldoli prima in vaso, ha piantumato nel parco 120 alberi: «È stato commovente vedere i bambini giocare tra le piante cresciute grazie ad Andrea - aggiunge Fergnani - per questo vogliamo proporre di intitolare il Parco dell’Amicizia ad Andrea». Proposta raccolta al volo e approvata dal sindaco Tagliani, direttamente alla tavolata. «Non vogliamo che diventi una sagra o un evento - chiarisce Fergnani - deve rimanere una festa di quartiere: niente luci, niente amplificazione ognuno porta un tavolo (per chi non ce l’ha ci pensa Viale K) e qualcosa da mangiare. C’erano le ferraresi con la zuppa di pesce, le mamme arabe con la carne con le prugne, una famiglia ucraina appena arrivata a Ferrara. Eravamo in tanti: segno che la gente ha voglia di incontrarsi».