«Senza lavoro vivo in roulotte»
La storia di un artigiano 52enne: erano più le tasse dei guadagni, ora cerco un’occupazione
CORPORENO. «Da due giorni dormo in una roulotte, dopo aver vissuto per giorni in auto. Ringrazio gli amici e le persone vicine che mi stanno aiutando. Ma non posso continuare a vivere così». Quella di Riccardo Borgatti è una realtà cosparsa di tante difficoltà. Una storia, fatta di perdite, amarezze e delusioni. Riccardo infatti, nonostante risulti residente a Renazzo, dove abitava in affitto prima di separasi nell'agosto scorso, non ha più una casa. E nemmeno un lavoro: «Sono un giardiniere. Avevo un'attività in proprio, come artigiano. Ma quando ho visto che erano più le tasse che i guadagni, ho dovuto chiudere. Così non sono più riuscito nemmeno a pagare l'affitto».
Persa a ottobre la casa a Renazzo e trascorsi tre mesi a Cuneo dalla madre, il 52enne è tornato a febbraio: «Sono stato ospite da amici a Castello d'Argile fino al 1º maggio e dal giorno dopo ho iniziato a dormire in auto qui a Corporeno, in campagna e accanto al cimitero. Con me la mia affezionata Darma, un boxer di 11 anni, che oggi grazie a persone che mi stanno aiutando come Albina Germiniani, è in una pensione per cani a Trebbo di Reno». Alle spalle due matrimoni, Riccardo ha 3 figlie. Per aiutarlo, fino ad oggi, una corsa alla solidarietà, da parte di amici, del fratello (e della sua numerosa famiglia) che abita a Mirabello, dei suoceri di Corporeno, del cognato, ma non è sufficiente. «Non si può vivere così... – dice – uno mi invita a pranzo, un altro mi offre la cena, ma … tante volte, piuttosto che chiedere...». In auto fino al 21 maggio, l'uomo, grazie all’interessamento dell'assessore ai Servizi sociali, è stato ospitato per 15 giorni nell'ex centro benessere: «Ringrazio Anna Baroni – afferma Riccardo - per avermi accolto in questo spazio messo a disposizione ai Servizi sociali per persone disagiate. Ma per rimanere, occorrono 350 euro al mese».
Da venerdì, quindi, Riccardo vive in una roulotte a due posti che gli ha offerto l'amico Marco. È posizionata nel cortile di una casa colonica in via Pedagna, di proprietà di altri due amici, Nicola e Michele. «Grazie a loro ho la corrente, un ventilatore, ma mancano i servizi.. ma in attesa di una soluzione... va bene». Senza rinunciare alla propria dignità, Roberto ammette di dover ripartire da zero su tutti i fronti: «Mi serve aiuto non solo per mangiare, ma anche per trovare una casa, o anche solo una stanza con un bagno, e un lavoro per poter vivere e mantenermi. Nel frattempo, si è rotta anche l'auto... E per trovare lavoro è indispensabile... Da febbraio mi sono rivolto ai Servizi sociali, ma da allora solo tentennamenti, rinvii, promesse di buoni-pasto e alloggi, ma nulla di concreto. Ho tentato più volte di chiamare... Ho chiesto un sussidio, e la risposta è sempre la stessa.. “Vediamo... la richiesta è in corso... attendiamo...”. In due dai servizi sociali sono venuti alla roulotte, e mi hanno detto che, più di 15 giorni, qui non posso stare... Ma dove vado? Non c'è un percorso di sostegno per persone nelle mie condizioni?». È davvero deluso, mentre dice: «Non credo più nelle istituzioni che si prodigano solo in certe occasioni... L'unico comunque che si è dato da fare per me è stato l'assessore Manderioli, e la Caritas, che ringrazio».
Beatrice Barberini