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Carabinieri in festa per il bicentenario

Carabinieri in festa per il bicentenario

Alla celebrazione il monito del comandante Pieroni: «Siamo ancora il punto di riferimento per la sicurezza dei cittadini»

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L’Arma dei carabinieri compie 200 anni e sceglie di celebrare il bicentenario della fondazione in sobrietà, con una cerimonia privata. Il comandante provinciale Carlo Pieroni ha ringraziato ufficiali, marescialli, brigadieri, appuntati e carabinieri e ricordato che «in questo giorno così importante per noi carabinieri, il primo pensiero va ai commilitoni che non sono più tra noi; ai decorati al valore alla memoria ed a tutti i colleghi che in servizio hanno perso la vita ed alle loro famiglie che ancora oggi ne coltivano insieme a noi la memoria».

«Il bicentenario della fondazione, ben prima che una mera e rituale autocelebrazione - ha spiegato ai suoi uomini- è momento di verifica di quanto realizzato e di progettualità futura; anche se le ristrettezze non consentono di commemorare come è nostra consuetudine la ricorrenza con la partecipazione dei cittadini, la cerimonia odierna non va percepita come meno carica di significato e di rinnovamento d’impegni verso le collettività per le quali svolgiamo il servizio».

Dunque austerità e semplicità le parole d’ordine ma «essere qui oggi significa anzitutto confermare il nostro giuramento di servizio e fedeltà».

«Nel corso di quest’ultimo anno - ha aggiunto - l’Arma dei Carabinieri, anche attraverso il sincero e costante impegno di ciascuno di voi, ha saputo tenere alti i propri valori di riferimento, ha conseguito risultati operativi significativi, ha rinsaldato il suo imprescindibile rapporto con le comunità locali, che vedono nell’Arma tutta, un punto di riferimento, non solo in termini di sicurezza, ma anche quale volano di sviluppo e crescita della comunità».

Poi rivolto ai suoi militari ha ricordato lo spirito di servizio che deve animare il carabiniere, sperando venga rinnovato per il bicentenario assieme al legame con i paesi e le città dove i carabinieri lavorano.

«Mi sia concesso, dunque di rammentare, a tutti noi, una citazione, che possa esserci da guida nella quotidianità professionale e nella vita di tutti i giorni nei rapporti con gli altri: “nella casa del giusto, anche coloro che esercitano un comando non fanno in realtà altro che prestare servizio a coloro cui sembrano comandare; essi non comandano per cupidigia di dominio, ma per dovere di far bene agli uomini, non per orgoglio di primeggiare, ma per amore di provvedere”».