La vendita Carife finisce in Regione
Centro democratico presenta oggi un’interpellanza: salvaguardare il patrimonio della Cassa dal rischio-scomparsa
DALLA PRIMA. «Sto preparando un’interrogazione da presentare nelle prossime ore all’assemblea regionale - conferma il consigliere Matteo Riva - Intendiamo sondare la giunta sul grado di attenzione alla vicenda, e su quali iniziative siano eventualmente in campo per salvaguardare il patrimonio storico-culturale, oltre che economico, rappresentato da una Cassa storica come Ferrara, dal rischio-scomparsa. Sulla base della risposta della giunta, chiederemo ai colleghi ferraresi di condividere un documento d’indirizzo sul tema». Un’azione in due tempi, dunque, che Zadro non esclude di estendere, «in parlamento ad esempio: ho letto la dichiarazione dell’onorevole Bratti che parla di inutili campanilismi, credo però che una banca del territorio serva a fare ben altro: si tratta di salvaguardare interessi reali dell’economia». L’ex assessore della giunta Tagliani, del resto, ha più volte ricordato in queste giornate post elettorali la sintonia con il leader Tabacci, che da mantovano ha seguito in diretta a suo tempo la vendita e sparizione del glorioso marchio Banca agricola mantovana, e rimane un punto di riferimento nel centrosinistra per le questioni economiche e finanziarie. Zadro è peraltro lapidaria sulla evoluzione del commissariamento: «Arrivano da Roma, ci seviziano e noi zitti. Dov’è la trasparenza che aiuta a capire e decidere? La politica tace. Cosa intende fare questo territorio nei confronti della propria banca? È un valore e come tale va ripensata e difesa come un disegno preciso, un piano ben steso, con una strategia in attacco e non in difesa passiva». Zadro si schiera dalla parte di chi ha tratto valutazioni negative dall’offerta Popvicenza per Banca Etruria di Arezzo, «un’euro ad azione ma con forti limitazioni dell’autonomia dell’istituto toscano», e quindi ha sollecitato l’intervento in Regione, «si lavorerà perché a Carife sia concesso tempo/spazio per provare a trovare partner più motivati, magari locali. La preoccupazione è che della banca territoriale dopo l’acquisto resti poco o nulla. Bisogna pensare a scelte strategiche per il futuro di Ferrara, salvaguardando la sopravvivenza della banca con una forte governance locale che sia espressione di meriti e professionalità territoriali. Non però sempre le stesse facce e sempre lo stesso modello. Per questo chiediamo che Comune e Regione caldeggino una forma di partneriato capace di mantenere il livello occupazionale e tutelare gli interessi delle famiglie e delle imprese». Anche se, conclude l’ex assessore, alla base c’è l’urgenza «di una legge sulla tutela del risparmio anche per evitare di avere sulla coscienza la disperazione della gente»: il riferimento è ai risparmi falcidiati.
Stefano Ciervo
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