«Mi ha salvata, ora mio figlio è grave»
Parla la dipendente Marilena Trombini: era venuto a trovarci, stava mangiando una piadina e poi è scoppiato l’inferno
Marilena Trombini ieri è tornata a casa, le sue ustioni superficiali guariranno in breve tempo, ma il ricordo di quanto successo domenica, dopo le 13, al’interno del chiosco snack bar, dell’area commerciale dell’Abbazia di Pomposa, dove lavora come dipendente da tre anni a questa parte, resteranno per sempre nella sua memoria. Il figlio della Trombini, Emanuele Ardizzoni, 34 anni, invece si trova ancora ricoverato al reparto grandi ustionati dell’ospedale Bufalini di Cesena, le sue lesioni sono piuttosto gravi ed i medici si sono riservati la prognosi anticipando che per la sua guarigione ci vorrà del tempo. Ardizzoni era andato a trovare la madre nel chiosco bar, era al bancone, stava attendendo la piadina che aveva ordinato quando si è verificata la fuga di gas, le fiamme e l’esplosione. Come ha ricordato con grande apprensione ed angoscia la stessa Trombini «Per aiutare me ad uscire dal chiosco mio figlio ha avuto la peggio. Era passato a trovarmi, come faceva ogni tanto, voleva una piadina, invece ora è all’ospedale». Già dimesse anche le altre due persone rimaste ferite nel rogo, il 34enne e la 46enne codigoresi che si trovavano al chiosco per una consumazione. Il chiosco dove Marilena Trombini lavorava è di proprietà di un uomo residente a Goro, e si trova in mezzo ad altri manufatti, uno che vende souvenir ed abbigliamento ed un altro snack, tutti e due questi negozi il primo completamente distrutto, insieme alla merce e l’altro gravemente danneggiato. Disperata la figlia della titolare del chiosco di souvenir ed abbigliamento, Naima Berti, anche lei ieri sul luogo dell’incendio, che ha ricordato che quel in quel locale c’erano l’investimento ed i sacrifici di una vita, ed ora nel giro di pochi minuti si è perso tutto. Da una prima ricostruzione dei fatti dell’incendio prima ed esplosione poi che si sono scatenati all’interno del chiosco snack bar, si sarebbero verificati per una fuga di gpl dalla bombola utilizzata per le piastre e l’innesco dovuto alla scintilla dell’accensione del frigorifero. Di fatto in pochi minuti domenica si è scatenato l’inferno e solo per un caso non si è verificata una strage e le fiamme, grazie all’intervento più che tempestivo dei vigili del fuoco, non si sono propagate oltre gli altri due chioschi coinvolti. Sembrerebbe che il titolare del chiosco bar non fosse assicurato, così come la titolare del vicino locale di souvenir ed abbigliamento non aveva assicurazione. Così i sacrifici di un vita sono andati letteralmente in fumo. Ieri a Pomposa, nella zona commerciale, era ancora palpabile l’apprensione per quanto accaduto. Sse non fosse stato per i subitanei interventi dei vigili del fuoco, 118, carabinieri e polizia, e soprattutto per la poca gente nella zona visto che centinaia di persone si trovavano altrove per la rievocazione o a pranzo in stand e ristoranti, non è stato un bilancio tragico.
Maria Rosa Bellini
©RIPRODUZIONE RISERVATA