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i progetti impantanati che il Comune segnala al premier

Chiostri e caserme chiedono aiuto a Renzi

Chiostri e caserme chiedono aiuto a Renzi

Ultima chance per San Benedetto e Ercole d’Este, ma sparirà parte del parcheggio ex Mof

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I due chiostri di San Benedetto sono tornati al degrado di un secolo fa, ai tempi dell’abbandono precedente all’insediamento dei salesiani. Sono bastati cinque anni di limbo dopo lo stop al progetto di recupero, che punta a farne una scuola nazionale di formazione della pubblica amministrazione, per ridurli ad una selva abbandonata, con erba alta un metro, cumuli di calcinacci ovunque e colonne che sembrano sgranocchiate da un roditore della pietra. È questo lo scenario scelto dagli assessori Aldo Modonesi e Roberta Fusari per il tentativo di rilancio in coppia di due dei tanti progetti abortiti della città: San Benedetto, appunto, e lo scambio ex Mof-caserme che, appunto, prevede la riqualificazione dei palazzi della Polstrada di corso Ercole d’Este in cambio di un pezzo del parcheggio. L’occasione è offerta dal premier Renzi in prima persona, che ha messo a disposizione dei sindaci italiani il suo indirizzo mail personalizzato per segnalare i progetti impantanati nella palude della burocrazia ministeriale e dai veti incrociati. I due scelti dal Comune, a dir la verità, sono stati bloccati ad un centimetro dall’attivazione dalla spending review di Cottarelli, dunque più da questioni finanziarie che da impicci burocratici, ma la voglia di riprovarci è tanta: «Sono progetti molto importanti per la città, costruiti assieme a pezzi di Stato con anni e anni d’impegno da parte nostra» hanno sottolineato i due amministratori, ancora scottati dalla beffa dei chiostri.

Gli spazi cinque-seicenteschi ancora affrescati in più parti, sono oggetto di un accordo da 13,6 milioni con l’Agenzia delle Entrate per la riqualificazione e trasformazione in centro di formazione dotato di aule, cucine e foresteria, utilizzando tra l’altro un’ala che il Comune ha acquistato appositamente dal Sav per un controvalore di oltre 600mila euro. «Si era arrivati alla gara d’appalto, poi un ricorso contro il capitolato ha indotto a riaprirla: a quel punto, nell’autunno scorso, è arrivato lo stop di Cottarelli» è lo sconsolato riassunto di Fusari. Dal momento del passaggio dal Demanio alle Entrate, di fatto, i chiostri sono entrati in uno stato di abbandono «con problemi di natura igienico sanitaria a poca distanza dal grest di San Benedetto, tra l’altro» ha annotato Modonesi.

Meno si è parlato del progetto ex Mof-caserme, contenuto nel Puv, il piano di valorizzazione urbana, che pure era arrivato a conclusione l’anno scorso. Nel frattempo uno dei pezzi del progetto, la Caserma di cisterna del Follo, è entrata nel patrimonio della Cassa depositi e prestiti, e quindi ha un percorso proprio. Restano i palazzi Bevilacqua e Furiani, piazzati uno dopo l’altro nella seconda parte di Ercole d’Este, e che ospitano la Polstrada. «Il progetto prevede la trasformazione di Bevilacqua in albergo d’arte, cioè museo più hotel, e di Furiani in residenze. Per costruire la nuova caserma della Stradale, in grado di soddisfare i criteri antisismici - rivela Fusari - il Comune ha messo a disposizione una fetta del terreno ex Mof, ottenendo in permuta l’area dell’ex aeroporto di via Bologna, da trasformare in Parco Nord. Anche qui è arrivato Cottarelli con la sua spending review, ma bisogna sottolineare che il progetto era stato pensato proprio per far risparmiare lo Stato in affitti e manutenzioni».

Nell’appello a Renzi saranno inseriti anche cold case come la terza corsia dell’A13 Bologna-Padova o la Statale 16 Argenta-Ravenna, che però sono progetti intercomunali. (s.c.)