Lo Scarpati scrittore si rivolge alla madre ricordando Ferrara
Martedì sera presenterà il suo libro al Duchessa Isabella «È una dedica a mia mamma. In questa città ho tanti affetti»
“Dobbiamo andare via. Dici sempre così, quando riesci a dire”. Sono le appassionati parole di Giulio Scarpati contenute nel libro, “il primo e unico” come dice lui, Ti ricordi la Casa Rossa, lettera a mia madre (Mondadori, 144 pagine, 16 euro) che l’attore dedica a sua madre mentre perde inesorabilmente la memoria con il passare dei giorni. “In questa tua stanza affollata di ricordi antichi riconosci loro e non noi. Sei nel nostro spazio, ma sospesa in un tempo tutto tuo”. È il racconto di un figlio a una madre malata: una donna forte, Flavia Shreiber, energica, di carattere che si scopre all’improvviso fragile, dipendente dagli altri quando le viene diagnosticato l’Alzheimer. E lui, quel figlio che ha trovato la popolarità televisiva in Un medico in famiglia, ma che a noi piace ricordare come il maestro Perboni del Libro Cuore, Don Silvestro in Aggiungi un posto a tavola o nei suoi primi successi a teatro.
Scarpati ripercorre tutte le tappe del consueto viaggio per le vacanze a Licosa, nel Cilento, fa il ritratto nitido della persona vitale che era prima di ammalarsi, percorre ogni possibile strada per restituirle i ricordi di una vita intera, anche quella di metterle alle orecchie l’iPod con le sue canzoni napoletane preferite per strapparle di nuovo un solare sorriso.
Lo abbiamo raggiunto al telefono e si è raccontato alla Nuova con una semplicità disarmante, snocciolando aneddoti pacatamente, ma con una voce carica di emozione.
Sarà a Ferrara a presentare quel libro che per la prima volta lo vede messo a nudo.
«È il racconto di una donna molto forte, capace di prendersi delle grandi responsabilità».
Come ha capito che sua madre si stava ammalando?
«Non è stato facile. All’inizio non ci pareva vero, ma poi, leggendo le note che lei scriveva abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava. Spesso piangeva della sua condizione. Lei, una donna forte, di carattere, non era abituata a dipendere da me, da mio padre, da mio fratello o mia sorella. Ma ci ha lasciato un’eredità difficile, come la difesa dei deboli, il principio etico della giustizia. Eravamo una famiglia unita degli anni ’60, che amava andare nel Cilento, un posto particolare e in quella Casa Rossa, il luogo di elezione per eccellenza. Il viaggio era come fiducia nel futuro con i nostri animali sempre presenti. Ho raccontato quello che ho vissuto in sincero e vero».
Ma lei ha Ferrara nel cuore.
«Ricordo con affetto la piazza ferrarese anche per il legame che ho con mia cugina Laura Galantuomo, in lei vedo molte cose di mia madre, e quando approdai al Teatro Comunale con Orfani, insieme a Ennio Fantastichini e Sergio Fantoni, e nel nostro soggiorno all’Hotel Europa quando era della zia Evelina».
E martedì, alle 20, Scarpati presenterà il libro nel giardino del Duchessa Isabella, in una serata in cui si parlerà anche di Alzheimer con introduzione di Amedeo Zurlo, direttore dell’unità operativa di geriatria e ortogeriatria del Sant’Anna, intervento di Daniela Gragnagnello dirigente medico di neurologia e letture dello stesso Scarpati, accompagnato con brani musicali da Gigi Sidero e la voce di Roberta Righi. Info 0532 202121.
Federica Achilli
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