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Zamboni spiega al mondo l’esperimento spaziale

Zamboni spiega al mondo l’esperimento spaziale

Domani alle 15.30 il progetto messo a punto da Unife e “adottato” da Nasa e Asi sarà presentato dal professore ferrarese e dal collega Angelo Taibi durante una conferenza internazionale. La missione coinvolgerà un’astronauta italiana

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La sinergia tra “viaggi spaziali e medicina” e la collaborazione, avviata nel 2011, tra l’Università di Ferrara e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), racchiusa nel progetto Space Dreams, oggi rinominato dalla Nasa "Drain Brain" che si occupa di compiere studi e ricerche sulla circolazione cerebrale e venosa nell’uomo in assenza di gravità, sta per diventare realtà. L’annuncio è contenuto in un comunicato di Unife. Insieme ai 34 nuovi esperimenti di cui è prevista la presentazione dal 10 al 12 giugno nel corso di una Web Conference internazionale organizzata dalle agenzie canadese, europea, giapponese e statunitense che collaborano al progetto Iss, International Space Station, domani (giovedì 12) alle 15.30 ora italiana, sarà il progetto scientifico proposto da Unife ed approvato nel 2013 dall’Asi, ad essere presentato da Paolo Zamboni, responsabile del progetto e direttore del Centro di Malattie Vascolari di Unife, e da Angelo Taibi, project manager e ricercatore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra.

Il progetto Drain Brain è stato selezionato dall’Asi per far parte del programma di esperimenti italiani della missione ‘Futura’, la seconda missione di lunga durata dell’Asi sulla Iss. Sarà Samantha Cristoforetti, prima donna astronauta italiana dell'Agenzia Spaziale Europea e capitano dell'Aeronautica Militare, ad indagare alcuni processi della fisiologia umana seguendo un protocollo sperimentale a partire da dicembre 2014. «Esistono notevoli limitazioni del tempo di permanenza nello spazio per gli astronauti, pena l'apparire di sintomi gravi – spiega Zamboni - Questo fatto limita l'esplorazione di altri pianeti per l'approvigionamento di risorse. Il mandato di questa missione è quello di comprendere meglio cosa accade al circolo cerebrale in condizioni di assenza di gravità, aspetto finora non ben compreso per la mancanza di strumentazioni diagnostiche trasportabili e di cure sufficientemente semplificate in modo da poter essere gestite dagli astronauti. Abbiamo pertanto concepito e proposto un pletismografo di nuova concezione con cui direttamente monitorare dalla Terra cosa accade alla nostra Samantha Cristoforetti nello spazio. Studieremo anche aspetti cronobiologici grazie alla presenza del Prof. Roberto Manfredini del Dipartimento di Scienze mediche di Unife».

«Abbiamo superato tutti i test di qualifica del pletismografo che abbiamo costruito in questi mesi – prosegue Taibi - e a fine luglio il modello di volo verrà consegnato dall’Asi alla Nasa per la spedizione sulla Iss. Prima della partenza di Samantha Cristoforetti ci occuperemo del training e della raccolta dati a terra in modo da essere pronti per l'esperimento in orbita, che inizierà a fine anno».