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“Ciao Baby”, così gli amici salutano Sara

“Ciao Baby”, così gli amici salutano Sara

Ieri a Consandolo strazio e lacrime al funerale della ventenne morta sabato scorso a seguito di un incidente stradale

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CONSANDOLO. Il caldo è opprimente.

Alle 14,45 tutti i posti all’interno della chiesa sono già occupati e fuori decine e decine di persone aspettano in silenzio al riparo di brevi tratti d’ombra. Alle 14,55 tutti vengono allo scoperto, il piazzale davanti alla chiesa è gremito, sole o ombra non importa più, ormai; l’importante è farsi avanti perché Sara sta arrivando. L’auto con il feretro della giovane Sara Cesari, la 20enne di Consandolo morta in un incidente stradale sabato sera lungo la Provinciale 79, nel Mezzano, è arrivato alle 15,15. Quando gli sportelli si sono aperti, è iniziata ad uscire una musica energica, potente; era “Still Couting”, un pezzo dei Volbeat, band havey metal danese che probabilmente a Sara piaceva tanto. A pochi metri dall’ingresso della chiesa attaccato a una rete campeggiava uno striscione bianco con su scritto “Ciao Baby”, in grande, in rosso e tutto attorno frasi, pensieri e saluti. “Ciao bella addormentata, ci hai sempre fatto ridere e con te la serata non poteva che migliorare… Ce ne sono tanti di momenti che non dimenticheremo mai! Ciao Sarina”, “Ciao splendida col sorriso, mi facevi sempre sorridere, eri l’anima della festa”, “Bella la Sari una delle poche che sorrideva sempre perché sapeva cosa voleva dire soffrire…”, e via così tra sorrisi e lacrime.

Quando la cerimonia comincia la gente non smette di entrare, lungo la navata centrale continua ad arrivare gente. Ragazzi, amici, amiche, giovani, anziani: tutto il paese è lì. Anche il sindaco di Argenta, Antonio Fiorentini, ha fatto il suo ingresso in sordina. Anche lui col volto triste perché, come dice chi non la conosceva di persona: “Aveva comunque solo vent’anni”. Sara Cesari è morta mentre tornava dal mare, lavorava allo stabilimento balneare Miami Beach di Lido Estensi. «Oggi le nostre parole non servono a niente. Dobbiamo ascoltare la parola di Dio», spiega don Dario che ha celebrato la messa con gli ex parroci del paese don Ugo e don Alvaro. «Il 7 giugno stavamo celebrando la vigilia della Pentecoste quando è giunta la notizia della morte di Sara – prosegue il parroco – Una morte che ci appare ingiusta, anormale e insensata. Per queste ragioni ci mettiamo nelle Tue mani perché nulla da adesso in poi sarà più come prima».

In chiesa si sentono un po’ di singhiozzi, qualcuno piange, qualcuno trattiene le lacrime ma «in questo giorno non dobbiamo vergognarci di piangere – rassicura don Dario – . La morte di questa ragazza ci pone davanti al dramma della morte». Al termine della cerimonia il piazzale è ancora più pieno. Tutti aspettano che esca il feretro. Dalle prime file parte un applauso ed è da quel “segnale” che gli ultimi capiscono che la bara è uscita. Dopo la messa il feretro è stato accompagnato all’ara crematoria, c’è tempo per gli ultimi saluti: “Ciao Sara ti abbiamo voluto bene e te ne vorremmo sempre”.

Samuele Govoni

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