La Nuova Ferrara

Ferrara

È il primo processo per un crollo

di Daniele Predieri
È il primo processo per un crollo

Le difese: serve una perizia. Per il gip basta quella del pm e rinvia a giudizio (12 ottobre) tre persone

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Sarà il primo processo sulle tragedie del terremoto di 2 anni fa. Ieri il giudice Piera Tassoni ha rinviato a giudizio - come richiesto dal pm Ciro Alberto Savino - tre imputati, progettisti e tecnici per la morte di Gerardo Cesaro, operaio schiacciato dalle travi del capannone della Tecopress di Dosso.

Imputati e accuse. Il processo inzierà il 2 ottobre davanti al giudice monocratico Franco Attinà , l’accusa è di omicidio colposo nei confronti di Modesto Cavicchi, ingegnere e collaudatore del capannone; Dario Gagliandi, bresciano, progettista e direttore lavori fondazioni e struttura prefabbricata e infine il geometra centese Antonio Proni, progettista e direttore lavori del capannone. All’udiena di ieri i legali delle difse (gli avvocati Irene Costantino, Marco Gallina e Giancarlo Bozzi) hanno chiesto al giudice un supplemento di perizia, ma la richiesta è stata bocciata dal gup Tassoni che ha ritenuto sufficiente la consulenza della procura dell’ingegner Comastri sulle ipotesi tecniche d’accusa.

I motivi del crollo. Secondo le ipotesi d’accusa di procura e consulenti - che dovranno essere valutate e verificate al processo - il crollo della copertura del capannone fu causato dal cedimento tra travi e pilastri che furono progettati e montati solo in semplice appoggio, e al momento della scossa del sisma le travi si spostarono dai pilastri creando un collasso a catena (l’effetto domino) che fece crollare la copertura sotto cui morì schiacciato uno degli operai in turno quella notte, alle 4 del mattino del 20 maggio 2012.

Vecchie e nuove norme. Secondo le ipotesi d’accusa, sebbene non vi fosse obbligo di applicare norme costruttive antisismiche alle strutture progettata prima dell’introduzione delle leggi contro i terremoti), tecnici e progettisti avrebbero dovuto seguire regole di buona costruzione e eseguire un adeguamento antisismico (post 2005, anno di introduzione delle norme) rinforzando le forcelle di ancoraggio tra travi e pilastri. Tesi d’accusa che il giudice ha ritenuto sufficienti per celebrare il processo, fissato in ottobre. Sarà il primo dell’inchiesta a Ferrara sul dopo terremoto.

Difese e parte civile. Le difese spiegano che il processo chiarirà le posizioni degli imputati, mentre la parte civile, la famiglia Cesaro (moglie e due figli) costituita parte civile, coi loro legali (studio Anselmo) chiedono di riaprire una tranche di inchiesta sulle responsabilità del titolare Tecopress, Enzo Dondi e della responsabile sicurezza Elena Parmeggiani: udienza il 10 luglio prossimo.