«Nei Map più disagi con il caldo»
I residenti nei moduli abitativi sono preoccupati e invitano il Comune a spiegare il piano di uscita
CENTO. «L'estate è arrivata e per noi che abitiamo nei Map, significa caldo feroce, polvere, allergie.. E così, i disagi fisici e psicologici si moltiplicano». Insieme al presidente del Comitato Residenti Map di Cento e coordinatore dei residenti Pmar nel cratere Massimo Vignola, i residenti del Borgo De Nicola - una ventina di famiglie in tutto - hanno ciascuno la propria storia da raccontare. «Ognuno qui ha i propri problemi - riferiscono -c'è chi ha la moglie incinta che è dovuta andarsene perché nei moduli fa troppo caldo e ha necessità di assistenza, dal momento che qui non si possono ospitare altre persone. Ci sono famiglie con bimbi piccolissimi che dormono sul divano, persone anziane, persone con malattie o in difficoltà economiche e altre situazioni di disagio. A questo si aggiunge una fiscalità incredibile: da contratto per noi non è possibile utilizzare gli spazi esterni, nemmeno per una sedia». Un sistema di vita, ripetono i residenti dei moduli centesi, che non fa che accrescere in maniera esponenziale i problemi. Ma l'elenco non finisce qui: «Cartelle e utenze sono a nostro carico. Chi Enel, chi Edison (senza le agevolazioni fiscali post-sisma per i moduli). A queste si aggiunge Hera che inserisce nelle fatture la tariffa per la fognatura, che qui nei quartieri Map non c'è, e 15 euro per l'allacciamento, e la Tares. All'origine comunque la mancanza di comunicazione su dati precisi e caratteristiche di queste abitazioni. I Map infatti hanno un consumo sproporzionato rispetto alle normali case e al numero di abitanti. Tutti carichi che, tra mille difficoltà, ci troviamo costretti a sostenere». Se da un lato, dopo 17 mesi di vita nei moduli «il livello di sopportazione è agli sgoccioli», dall'altro c'è la speranza di conoscere quanto prima il piano di uscita dai Map. «Un percorso che chiediamo da mesi - evidenziano i residenti del Villaggio Map – e che vogliamo condividere. Ma nulla». Molti gli interrogativi che sorgono e «per questo invitiamo sindaco e giunta ai moduli, perché vengano a dirci cosa si dovranno attendere le 10 famiglia con casa di proprietà che aspettano la chiusura della pratica Mude, e le altre 20-25 alle quali il contratto d'affitto non è stato rinnovato e che non hanno il lavoro a garanzia di un nuovo contratto». Auspicando nel rinnovo dell'esperienza Camelot che tra i Map ha svolto un ruolo importante di integrazione, mediazione, portavoce, i residenti lanciano un appello: «Questo è il momento per ragionare e costruire qualcosa insieme... Non è più possibile rimandare». (b.b.)