Niente truffa Magnoni esulta La Procura resta in attesa
La cancellazione della truffa Carife, con la conseguente assoluzione dell’ex direttore Gennaro Murolo e degli immobiliaristi milanesi, sta facendo più rumore nel capoluogo lombardo che a Ferrara....
La cancellazione della truffa Carife, con la conseguente assoluzione dell’ex direttore Gennaro Murolo e degli immobiliaristi milanesi, sta facendo più rumore nel capoluogo lombardo che a Ferrara. Ennio Amodio, il legale dei fratelli Aldo e Giorgio Magnoni, i più noti tra gli immobiliaristi assolti, ha subito annunciato che richiederà al gip milanese la revoca degli arresti domiciliari per il terzo fratello, Ruggero Magnoni, coinvolto assieme ai due nel crac della holding di famiglia. «La truffa alla Cassa ferrarese è prevista come episodio costitutivo di un’attività svolta da tutti i fratelli Magnoni in chiave illecita - è la sottolineatura di Amodio - I magistrati di Milano hanno ora una prova della esclusione di attività criminose nell’operato di Sopaf», visto che appunto sono cadute le accuse relative agli extra-profitti incamerati dai Magnoni per la vendita delle quote delle società proprietarie dei terreni dell’operazione Carife. Ruggero Magnoni è ai domiciliari dal maggio scorso, dopo l’apertura dell’inchiesta nella quale veniva citata a più riprese la sentenza di primo grado su Carife.
Proprio gli extra-profitti sulla vendita di quote dei fondi comuni controllati da Carife, peraltro, erano uno dei perni dell’impianto accusatorio ribadito dal pm Gaetano Ruta anche in Appello. L’altro era quello sul quale si sono concentrati i commenti post-assoluzione di Murolo e del suo legale, Andrea Schietti, ovvero il presunto raggiro attivato dallo stesso ex direttore nei confronti dell’allora consiglio di amministrazione, per garantire l’erogazione dei finanziamenti ai progetti milanesi: abbiamo dimostrato che non c’era raggiro, quindi è caduta l’intera impalcatura della truffa, è il ragionamento della difesa. Dalle motivazioni della sentenza attese per l’autunno la Procura di Milano potrà però capire se c’è lo spazio per un ricorso in Cassazione proprio sullo smantellamento di entrambi i capisaldi dell’accusa.