La Nuova Ferrara

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«Ci metto la faccia e mi fermo a Comacchio»

di Annarita Bova
«Ci metto la faccia e mi fermo a Comacchio»

Il sindaco Fabbri: non ho altre mira o ambizioni, voglio mantenere le promesse «Da Roma non ci permettono di programmare e penalizzano i cittadini virtuosi»

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COMACCHIO. Era il 21 maggio 2012 quando Marco Fabbri, è stato eletto sindaco di Comacchio col 69,2% dei voti, sostenuto dal Movimento 5 Stelle. Fabbri e i “suoi” si sono messi in gioco tardi rispetto agli altri, ma la loro ascesa è stata così veloce da lasciare tutti a bocca aperta. Un entusiasmo che da troppo tempo non si vedeva a Comacchio e i cittadini hanno scelto il “cambiamento”. Nei giorni scorsi, a distanza di due anni da quel giorno, Fabbri ha affidato uno sfogo alla sua pagina Facebook, manifestando solidarietà al collega sindaco di Parma Pizzarotti: «Avere la responsabilità di governare, lavorando e macinando sempre a testa bassa, prendendo decisioni, spesso e volentieri dure e pesanti anche da far comprendere alla comunità non è semplice. Trascurare se stessi, la propria salute, la propria famiglia e i propri affetti neppure». È dura. Certamente molto più di quanto si possa anche solo immaginare. «Faccio il sindaco, non ho altre mira e non ho intenzione di andare altrove - spiega Fabbri - Io per tutto sono Marco, ci metto la faccia ogni giorno ed ogni giorno cerco di ascoltare, capire. Tutti vengono da me, ed è anche giusto così perché sono stato eletto, è il mio lavoro». Certo, «andare avanti non è semplice. E non per mancanza di volontà. Mancano le risorse, è vero, ma lo scoglio è un altro. Non riusciamo a programmare, facciamo un passo avanti e due indietro perché chi sta a Roma non ha forse ben chiaro come funziona e i Comuni vivono in un continuo limbo».

Solo per fare un esempio, «Invece di premiare i cittadini virtuosi così come le amministrazioni che hanno rispettato i tempi, è arrivata la proroga per il pagamento della prima rata della Tasi. Siamo a giugno e navighiamo a vista. Che risposte possiamo dare?». La buona volontà non basta, è evidente. «Ripeto, io resto qui e cerco di portare avanti quanto promesso in campagna elettorale. Mi prendo le responsabilità, tutte, e sono pronto a rispondere agli elettori».