Caos in Sala Estense, arriva anche la polizia
Oltre 200 persone stipate all’interno, solo grazie agli agenti la serata è una festa del tifo
Pioggia, maltempo e grandine costringono gli organizzatori a spostare il maxischermo all’interno della Sala Estense.
Piazzetta Municipale deserta, ma dentro al teatro non c’è nemmeno un posto a sedere. Il tetto dei 200 spettatori presenti per assistere alla partita tra Italia e Inghilterra viene superato ad un quarto d’ora l’inizio della partita. Un paio di autovetture della Polizia di Stato sono costrette ad intervenire per impedire che la gente si accalchi all’interno dell’edificio per ovvi motivi di sicurezza.
Le forze dell’ordine, grazie al loro impegno, impediscono che dentro ci si accalchi gli uni sopra gli altri, permettendo invece un regolare svolgimento dell’iniziativa.
Qualche bandiera dell’Italia che pende dal parapetto del loggione e altre strette tra le dita pronte ad essere fatte sventolare sono la sobria ma efficace coreografia della Sala Estense. Al gol dell’Italia spuntano anche le trombette.
«Marchisio è un grande – grida Andrea, seduto in prima fila -, brava Italia, non era facile con tutti questi infortuni». «Siamo più forti della sfortuna - continua l’amico Stefano -, quando il gioco si fa duro l’Italia tira sempre fuori il meglio di se». E ancora, in un crescendo: «Siamo grandi, Alé Italia» dicono convinti in tanti.
Il boato lo si sente fino in Cortevecchia e davanti al Duomo dove qualcuno passeggia sotto l’ombrello in cerca di un locale con il televisore. La speranza è trovare un piccolo schermo, una luce nella notte per seguire la Nazionale minuto dopo minuto. Oppure mettersi all’ascolto della Sala Estense, perché dai rumori del suo interno si capisce tutto senza per forza vedere quello che avviene in Brasile.
Infatti, appena 2’ dopo la grande gioia, scende il silenzio per il gol del pareggio degli inglesi. «Ma dai, non si fa così, con sta difesa dove vuoi andare»; «Ma insomma, dove sono Bonucci e Ranocchia, Paletta non può fare il centrale».
Le critiche piovono impietosamente sulle scelte di mister Cesare Prandelli, idolatrato pochi istanti prima. Ma si sa, il popolo è sovrano, ma soprattutto volubile. Dall’euforia si passa alla disforia, dall’entusiasmo alla depressione; d’altronde l’Italia è un popolo di passionali. E per fortuna che Balotelli non fa gol su pallonetto, perché sarebbero venute giù le pareti della Sala Estense dall’esultanza dei nostri tifosi. Si va al riposo, corsa al bar a prendere acqua, birra o piadina e pronti che si ricomincia. Gli azzurri partono bene, non sembrano affatto intimoriti di fronte ai maestri del calcio. D’altronde, Pirlo disegna perfette geometrie a centrocampo, la sorpresa Darmian ara tutta la fascia del campo costringendo il fenomeno Rooney a provare nemmeno a rincorrerlo. «Bravo quel Darmian, pazzesco che al Milan non trovasse spazio – dicono i presenti -, comunque ha fatto bene Prandelli a portarlo». Al gol del raddoppio di Balotelli riecco trombette e cori da stadio: «Ci siamo, ci siamo, forza Azzurri sarà un grande Mondiale». In piazza gli immancabili caroselli con ragazzini in bicicletta e bandiera sulle spalle. Bentornate notti mondiali.
Corrado Magnoni