La Nuova Ferrara

Ferrara

cento ora deve sostituire il dimissionario Garimberti

Cassa unica, tocca alle Fondazioni

Mancano passi formali ma l’estate può essere il periodo giusto

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«Se c’è l’estate per poterci lavorare, e l’autunno per formulare delle proposte alternative, allora si può provare». È questa, in sintesi, la sensazione prevalente che si coglie in queste ore negli ambienti vicini alla banca e alla Fondazione Caricento, mentre escono sui giornali le prime sollecitazioni esplicite a percorrere la strada che porta alla Cassa di Risparmio di Ferrara. Una direzione indicata, con tanto di ipotesi tecniche, dai piccoli azionisti di Caricento, in qualche maniera riconosciuta percorribile dalla famiglia Manuzzi, tra i principali azionisti privati di entrambe le banche, e citato esplicitamente dal centese Riccardo Fava, presidente di Unindustria. Le strategie delle due Fondazioni, azionisti di maggioranza delle casse, non è stata ancora esplicitata: da parte di Cento, in particolare, non vi sono per ora evidenze che l’opportunità nata dalla crisi di Ferrara possa vincere la storica diffidenza a uscire dal guscio territoriale e il timore di farsi fagocitare da realtà dimensionalmente più grandi. Le difficoltà di un’operazione del genere sono evidenti a tutti, a partire dall’esigenza di reperire con alleanze e aumenti di capitale 150-200 milioni di euro per risollevare gli indici patrimoniali di Carife, fino a giungere alle ipotesi sul concabio azionario. Il titolo Caricento si sta tenendo su livelli attorno ai 22 euro, mentre quello di Carife si attesta attorno a 4 euro. Gli organi della Fondazione centese si riuniscono nei prossimi giorni per sostituire il dimissionario Giorgio Garimberti, dopo l’integrazione della “sua” Vm nel gruppo Fiat, e difficilmente si occuperanno d’altro. Però l’estate non sarà vuota di contatti.