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Individuato l’assassino di Yara

Individuato l’assassino di Yara

L’annuncio del ministro Alfano: chi ha ucciso la ragazzina è una persona della provincia di Bergamo

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«Secondo quanto rilevato dal profilo genetico in possesso degli inquirenti l’assassino della piccola Yara è una persona del luogo, dunque della provincia di Bergamo». Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano annunciando che è stato individuato l’assassino di Yara Gambirasio. «Nelle prossime ore, saranno forniti maggiori dettagli - aggiunge il titolare del Viminale - ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l’impegno massimo, l’alta professionalità e la passione investiti nella difficile ricerca di questo efferato assassino che finalmente non è più senza volto».

Il presunto assassino di Yara Gambirasio ha circa 40 anni. A lui si è arrivati per la sovrapponibilità del suo Dna con quello di 'Ignoto 1', rilevato sul corpo della ragazzina. Il Dna di «ignoto 1» era stato estratto dalla polizia scientifica. Dopo aver estrapolato dal cadavere di Yara il Dna di quello che gli investigatori hanno chiamato 'ignoto 1' è iniziata una campionatura a tappeto su tutto il territorio intorno a Brembate di Sopra dove viveva la ragazza. I carabinieri e la polizia hanno comparato migliaia di profili genetici fino ad arrivare a quello del presunto assassino.

Lo scorso 10 aprile era arrivata la conferma inequivocabile che gli investigatori avevano il Dna del killer della tredicenne di Brembate Sopra uccisa il 26 novembre 2010. Ora "ignoto uno" è stato identificato. E' a Bergamo, e il gip deve convalidare il fermo appena eseguito. Al momento viene ritenuto l'assassino di Yara Gambirasio, il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, autista di autobus, morto nel '99. L’uomo ha circa 40 anni,  è sposato, ha tre figli, e anche una sorella gemella. Il cerchio si è chiuso poche ore fa, quando il suo Dna è stato ritenuto sovrapponibile a quello trovato sul corpo di Yara il 27 febbraio, e cioè tre mesi dopo la sua scomparsa.

Il commento del sindaco di Brembate Sopra. "Se è vero siamo felici, era un atto dovuto alla famiglia e a tutta la comunità", lo ha detto all'Ansa il sindaco di Brembate Sopra (Bergamo),  Dieglo Locatelli, che ha aggiunto: "Da quando è scomparsa da casa, a Brembate, e da quando è stata trovata uccisa a Chignolo Po (Bergamo), attendevamo questo momento. Ringrazio tutti quelli che hanno messo tante risorse in campo per arrivare a questo risultato".

Yara, tre anni e mezzo di indagini. E' il 26 novembre 2010, quando Yara Gambirasio, 13 anni, scompare appena fuori dalla palestra di Brembate Sopra. Le ricerche non portano a nulla. Il suo corpo riaffiora esattamente tre mesi più tardi a una decina di chilometri di distanza, in un campo di Chignolo d’Isola, a 200 metri dal comando organizzativo delle forze dell’ordine che la sta cercando.

L’indagine col Dna. Il test del Dna è la tecnica che permette di accertare l'appartenenza ad una persona di tracce anonime di tessuti o liquidi biologici. Per questo è il test di riferimento per ricostruire relazioni di parentela o per identificare il colpevole di una violenza o di un omicidio, come nel caso di Yara Gambirasio. Il tempo necessario per la risposta in seguito al test del Dna varia da ore a giorni: tutto dipende dalle condizioni in cui si trovano le tracce organiche da analizzare. Se il Dna si può estrarre facilmente, è abbondante e di buona qualità, rilevano gli esperti, l'analisi in sè dura tre o quattro ore. Estrarre il Dna da tracce deteriorate e purificarlo può invece richiedere anche giorni. Identificare le tracce è il primo passo del test consiste nell'andare in cerca e identificare tracce organiche come capelli, frammenti di pelle o di unghie, sangue, saliva, liquido seminale.L'estrazione del Dna è la procedura che consiste nell'estrarre e prelevare le cellule dai campioni biologici. Da queste viene poi isolato il Dna. Questa operazione può richiedere qualche giorno se le tracce organiche sono vecchie o deteriorate. Il Dna così prelevato viene copiato numerose volte per rendere l'esame più completo e preciso. Questo è possibile grazie a una tecnica chiamata reazione a catena delle polimerasi (Pcr). A questo punto si procede all'analisi vera e propria, eseguita con una procedura completamente automatica e validata a livello internazionale, che richiede poche ore. Si passa in rassegna un limitato numero di settori (chiamati loci) del Dna, che corrispondono a particolari geni. Attualmente il materiale genetico isolato dai frammenti biologici viene amplificato e sequenziato in modo da ottenere 16 frammenti di riferimento. Il profilo genetico mette in risalto gli elementi del Dna che cambiano da persona a persona (polimorfismi), come delle impronte digitali genetiche. Il profilo genetico ottenuto dal Dna estratto dalle tracce viene confrontato con quella dello persona sospetta. Se i frammenti delle due sequenze corrispondono, allora ci sono altissime probabilità che i due campioni appartengano allo stesso individuo.