Tagliani al lavoro sul dossier Carife: cerco alternative
«Bene il dibattito, tuteleremo gli interessi del territorio Progetto con Cento? Può andare nella direzione indicata»
La politica deve certo star fuori dalle trattative che riguardano singole aziende, tanto più “sensibili” come le banche. Ma questo non vuol dire che non può, o forse non deve, attivarsi per tutelare gli interessi del territorio in una partita di fondamentale importanza come il futuro della principale banca locale, cioè la Cassa di Risparmio di Ferrara. Questo significa, è il pensiero di Tiziano Tagliani, «non solo lavorare per costruire una pluralità di proposte, ma anche fare in modo che ve ne siano di vicine a queste esigenze». Il sindaco interviene dopo una vacanza lampo post-elettorale e al culmine di una settimana di dibattito infuocato sulla vendita di Carife, avviato dalla Nuova in un momento nel quale non erano emerse ipotesi alternative a quella della vendita alla Popolare di Vicenza. Il quadro oggi è più articolato, e Tagliani non fatica a riconoscerlo: «Questo dibattito ha avuto un senso, anche perché, è il caso di rimarcarlo, in questo periodo non è mancato il lavoro dietro le quinte per capire il quadro delle alternative in campo: personalmente ho incontrato sindacati, commissari ed esponenti del mondo bancario». In tutto questo, sottolinea con la matita blu il sindaco, non va tradito un principio cardine: «Tutte le volte che la politica s’interessa di economia non è una bella cosa, su questo ha ragione Bratti (deputato Pd, tra i primi a intervenire, ndr). Poi però tutti sono in prima linea a tirare per la giacca il sindaco e gli altri politici... Bene, la mia posizione è questa: la città non può disinteressarsi di una vicenda del genere. Senza entrare nel merito delle trattative, lo ripeto, è giusto però lavorare affinché arrivino anche proposte che vadano nella direzione dell’interesse del territorio, inteso in una dimensione più vasta di quella della città. Come si misura l’interesse del territorio? In tre modi - continua il ragionamento del sindaco - Il primo è la tutela del valore delle azioni, che non sono in mano solo a grandi imprenditori ma anche di tanti pensionati e famiglie. Il secondo è l’attenzione all’erogazione del credito per le imprese locali. Infine, c’è l’aspetto relativo al trattamento del personale di questa grande azienda».
Sulle linee generali del suo impegno Tagliani è prodigo di parole, ma quando si entra nel merito dei possibili scenari si fa comprensibilmente prudente: «I piani industriali sono fatti dalle imprese, le valutazioni e le decisioni spettano agli organi della banca e della Fondazione. Se sono ottimista in merito all’arrivo di proposte alternative? Dipende molto dall’esito degli stress test della Banca europea e poi, certo, dal fatto che Bankitalia sia disponibile o meno a concedere un po’ di tempo in più per costruire delle ipotesi. Devo dire che il nuovo presidente della Fondazione, Riccardo Maiarelli, si sta muovendo molto e con decisione».
In questi giorni, peraltro, sono emersi in maniera decisa scenari che portano ad una operazione Carife-Caricento, e proprio due giorni fa il presidente di Unindustria, Riccardo Fava, esponente di primo piano dell’establishment economico centese, l’ha definita un progetto sul quale oggi si può effettivamente lavorare. Neppure il prudente Tagliani si sottrae: «Ho letto Fava, un progetto di questo genere andrebbe certo nella direzione indicata per salvaguardare l’interesse del territorio». L’impressione è che si lavori su più tavoli, anche a livello regionale, tenendo conto che la barriera alzata dai sindacati aziendali sulla salvaguardia dei posti di lavori dei dipendenti della sede centrale («non faremo i pullman per portarli ogni giorni nella nuova sede») sembra difficilmente aggirabile.
Stefano Ciervo
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