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Calò: «Mi riduco la paga del 15%»

di Marcello Pradarelli
Calò: «Mi riduco la paga del 15%»

Consiglio comunale, grazie all’autoriduzione viene eletto presidente anche dai Cinquestelle. La goliardata di Zardi (Fi)

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Girolamo Calò dopo aver fatto il pieno di preferenze (primo degli eletti con 806) ha fatto anche il pieno di voti in consiglio comunale: ieri è stato eletto presidente della nuova assemblea con 32 voti a favore e un’astensione, la sua. Il voto era a scrutinio segreto, ma è buona prassi che il candidato non si voti. Ogni autentico consenso deve essere conquistato a prezzo di sacrifici: sull’altare dell’unanimità Calò ha lasciato il 15% del suo stipendio da presidente, il cui lordo passerà da 3.700 a 3.145 euro.

Era stato il M5S, alcuni giorni fa, a sollevare la questione della riduzione dell’indennità. Ieri la capogruppo Ilaria Morghen ha ribadito la richiesta: «Rispettiamo la prassi della legittimazione popolare che vede la figura del presidente del consiglio comunale rappresentata del candidato consigliere con il maggior numero di preferenze. La politica deve essere al servizio del cittadino, perciò considerata l'attuale crisi economica, riteniamo che i costi della politica debbano essere il più possibile contenuti. Richiediamo pertanto al candidato presidente del consiglio comunale di ridursi il proprio compenso in modo significativo».

Francesco Rendine (Gol) è andato oltre: a Calò ha chiesto di dimezzarsi la paga. Ma alla fine pure lui è stato appagato dall’autoriduzione del 15%.

«Sulla richiesta di riduzione dell’indennità - ha specificato Calò al termine della discussione - ho fatto un approfondimento e ho deciso che dal prossimo mese di luglio ci sarà una riduzione del 15%». «È giusto dare dei segnali alla città» ha aggiunto, ma ha anche ricordato che lui e gli altri ex presidenti di circoscrizione di segnali ne hanno già dati, visto che «da quasi due anni hanno fatto gratis il presidente di circoscrizione».

A lanciare ufficialmente la candidatura di Calò è stato il capogruppo del Pd Luigi Vitelli presentando il Calò presidente come un risarcimento «al taglio delle Circoscrizioni, che non sono state un taglio ai costi della politica, ma un taglio della democrazia. La sua Circoscrizione Calò l’ha degnamente rappresentata e le tante preferenze ne sono il chiaro riconoscimento». Per Rendine invece il fatto che Calò avesse sfruttato la carica di presidente di Circoscrizione per aver accesso agli elenchi degli arbitri e spedire loro un invito al voto, era una buona ragione per non votarlo. Gli ha replicato con una battuta Leonardo Fiorentini (Sel): «Voto Calò perché sono anch’io un arbitro. Battute a parte, mi associo alle parole del capogrppo Pd: il consiglio comunale dovrà supplire alla soppressione delle Circoscrizioni (Fiorentini viene dalla Circoscrizione Centro di cui è stato anche presidente) e della Provincia, Calò quindi va benissimo». Vittorio Anselmi, capogruppo Fi, ha annunciato il voto dei suoi e della Lega a Calò augurandosi però «che non sia un presidente a tempo», cioè che non entri in giunta quando uno degli attuali assessori lascerà la squadra di Tagliani per andare in Regione. Mauro Malaguti (Fdi) ha dato l’ok a Calò e ha chiesto al centrodestra di cambiare modo di fare opposizione. Alberto Bova ecumenicamente, ha assicurato a Tagliani tutto il sostegno di Ferrara Concreta e alle opposizioni il massimo dell’ascolto.

Poi si è votato amche per il vice presidente e Giampaolo Zardi (Fi) ha fatto meglio di Calò: 33 voti. Mancava la sua scheda bianca. Ma Zardi ha subito motivato la goliardata facendo divertire colleghi e pubblico: «È la quarta volta che faccio il vicepresidente, l’ho fatto con Savini, Buriani, Colaiacovo e ora con Calò. Avverto una certa frustrazione, sono come il ciclista Gaetano Belloni, bravissimo ma eterno secondo dietro Guerra e Binda...». Ieri, almeno a voti, ha battuto Calò 33 a 32.