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Poletti: "Ve lo spiego io il fenomeno Costa Rica"

di Maurizio Barbieri
Poletti: "Ve lo spiego io il fenomeno Costa Rica"

L'ex Azzurro, già terzino del Torino e della Nazionale, sarà uno spettatore particolarmente interessato alla gara tra Italia e Costa Rica in programma venerdì a Recife. Da oltre vent’anni Poletti vive nel Paese caraibico

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Fabrizio Poletti, ex terzino del Torino e della Nazionale, sarà uno spettatore particolarmente interessato alla gara tra Italia e Costa Rica in programma venerdì a Recife. Da oltre vent’anni Poletti, ferrarese doc di Gavello di Bondeno, si è stabilito infatti in Costa Rica. Vive in località La Quela una cittadina che si trova a soli 17 km dalla capitale San Josè de Costa Rica assieme alla compagna Maritza Gonzales.

La domanda è d’obbligo. Per chi tiferà?

«Tiferò Italia, nessun dubbio».

Come finirà?

«Penso che vinceremo noi. Con la nostra tecnica in mezzo al campo possiamo eludere la loro pressione e poi sarà difficile fermare un Balotelli che contro l’Inghilterra mi è sembrato in gran forma».

Sarà un Costa Rica da prendere con le pinze dopo il clamoroso successo per 3-1 sull’Uruguay.

«Certo hanno disputato un’ottima partita ma contro l’Italia sarà un’altra storia anche se il Costa Rica ha il pregio di non mollare mai, è squadra abituata a lottare e la vittoria ottenuta nella prima gara ha avuto certamente l’effetto di alzare a mille il morale».

Perchè?

«L’Italia è più forte e il Costa Rica ha nella difesa il suo lato debole. Dovremo fare attenzione ai loro attaccanti perché sia Campbell e Ruiz sono assai abili».

L’Italia dove può arrivare?

«Spero nelle prime quattro».

Chi passerà il turno assieme all’Italia?

«Scommetto sull’Uruguay anche se ha sbagliato la prima gara. Voglio vedere la Celeste contro l’Inghilterra con Suarez in campo».

L’allenatore colombiano Jorge Luis Pinto ha fatto un buon lavoro.

«Ha raggiunto l’obiettivo che era quello di centrare la qualificazione alla fase finale. Al termine dei mondiali se ne andrà. Qui non è per niente amato. Non è visto molto bene per via dei suoi modi autoritari».

C’è qualche giocatore del Costa Rica che consiglierebbe alle squadre italiane?

«Campbell lo vedrei bene all’Udinese, una squadra che scopre talenti in giro per il mondo e che poi fa crescere in altre formazioni prima di riprenderli».

Come vive nel Paese centroamericano?

«Qui si sta benissimo. Il clima è ideale. Se penso all’umidità ferrarese mi vengono i brividi. I posti sono paradisiaci e non c’è delinquenza. Faccio una vita ritirata. La mattina gioco a golf e nel pomeriggio vado al mare. Abbiamo la fortuna di vivere tra due oceani e poi vado a trovare qualche amico ferrarese ed italiani che vivono qui. Nel mondo sportivo costaricense mi aspettavo una maggior riconoscenza ma non me ne faccio un cruccio».

Come è finito in Costa Rica?

«Ci sono arrivato tramite Cristiana (la compagna di Gigi Meroni travolto e ucciso da un’auto nel 1967). Lei veniva già da queste parti ed ho scoperto un Paese fantastico».

Dove vedrà la partita?

«Penso a casa mia. Da qualche mese c’è anche mia madre Ermedes che ha 92 anni. Doveva tornare a Gavello in maggio ma è ancora qui. Spero ci rimanga ancora. Aspettavo una chiamata da parte di una televisione costaricense, Teletica Canal 7 o Repretel ma fino ad ora non è arrivata. Nella gara contro l’Inghilterra ero in costante collegamento via Skipe con mia figlia Erika che abita a Gavello».

Ha visto anche le altre gare?

«Le guardo tutte quelle della prima fase».

Anni fa fungeva da osservatore per il Torino. Lo fa ancora?

«L’ho fatto per un po’ di tempo quando nel Torino c’era il mio amico Sandro Mazzola».

Tornerebbe in Italia?

Non vedo il motivo per cui dovrei tornare. Qui si sta bene, non c’è delinquenza, il clima è ottimo, pensi che non ho nemmeno un cappotto nell’armadio, si può vivere benissimo con 1.500 euro al mese e non c’è la burocrazia esasperante che c’è in Italia. Vengo una volta all’anno a trovare i miei due figli e altri parenti».

Dall’Italia si è fatto vivo qualche suo ex compagno della Nazionale o qualche giornalista per chiederle un pronostico su Italia-Costa Rica?

«Finora nessuno ha chiamato».

Se parliamo della semifinale di Coppa del Mondo nel 1970 a Città del Messico nella gara contro la Germania poi passata alla storia per via di quel magnifico 4-3 per gli azzurri che cosa le viene in mente? Lei ha giocato quella storica gara...

«Ho ricordi sfumati. Subentrai a Rosato all’inizio dei tempi supplementari e non fu facile dover marcare Gerd Muller, ma alla fine la soddisfazione era immensa. Ricordo quello stadio immenso (l’Azteca) e poi mi tornano alla mente i festeggiamenti nel bar dell’hotel che ci ospitava, l’entusiasmo dei tifosi azzurri. Sono passati 44 anni. Una vita».