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Spetta all’Università il compito di tornare a divulgare la cultura

Spetta all’Università il compito di tornare a divulgare la cultura

Il professor Zerbini traccia il bilancio di “Summer School” «Chi ha una certa formazione deve fare comunicazione»

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C’è chi si abbevera alla fonte della conoscenza e chi lo fa alla fonte del saper divulgare. Ancora meglio se scienza e divulgazione vanno a braccetto e nessuna delle due rischia d’essere relegata in un cono d’ombra. La pensa così il professor Livio Zerbini, che sabato ha visto concludersi con successo il primo capitolo di una ‘saga’ destinata a protrarsi nel corso di quest’anno. L’esperimento “Summer School Scrivere, divulgare e comunicare l'antichità e i beni culturali”, una tre giorni di lezioni fra Università di Ferrara e Museo Archeologico, ha dato buoni frutti.

Sedici relatori (giornalisti, direttori di riviste, registi, conduttori), eccellenze nel mondo della comunicazione nazionale, hanno parlato delle loro esperienze, dispensando consigli e svelando i retroscena dei progetti di divulgazione a studenti da tutta Italia. Fra gli ospiti l’atteso Mario Tozzi, mentre Andreas Steiner, direttore di “Archeo” e “Medioevo” ha garantito che interverrà alla sessione di settembre.

«La Summer School prevista a settembre - illustra Zerbini -, sarà incentrata sui nuovi media; si terranno laboratori più pratici rispetto al corso appena concluso, finalizzato a mostrare le potenzialità della divulgazione. Si tratterà scrittura creativa: dal giornale alla rivista, dal romanzo allo storyboard per un documentario».

La divulgazione: compito di chi? «Molti si sono meravigliati che l’Università di Ferrara abbia organizzato un’attività di questo tipo. Generalmente infatti il mondo universitario si mostra recalcitrante nei confronti della didattica della comunicazione dei beni culturali e, dove sono presenti corsi di questo genere, essi si occupano prevalentemente solo di aspetti teorici. Spesso chi fa divulgazione non è un addetto ai lavori, bensì un giornalista, mentre chi ha una formazione universitaria in teoria dovrebbe riuscire a fare comunicazione ancora più precisa e puntale. Credo che le Università dovrebbero farsi maggiormente carico delle attività di divulgazione, unico mezzo capace di irradiare il messaggio dell’importanza della cultura».

All’estero invece questa sensibilità è più diffusa? «Nell’Universo anglosassone esiste un interessamento più forte da parte del mondo accademico. Penso, ad esempio, al coinvolgimento di professori universitari per le attività di divulgazione presso la Bbc ed alla trasmissione radiofonica “A History of the World in 100 objects”, condotta dal direttore del British Museum».

Eleonora Poltronieri

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