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«Sul taglio dei posti letto conti sbagliati»

«Sul taglio dei posti letto conti sbagliati»

S. Anna, l’Anaao di nuovo all’attacco sul piano di riduzione estiva: disagi per pazienti e personale e rinvio di interventi

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«Purtroppo i timori della vigilia si stanno rivelando fondati. I conti dell’azienda S. Anna sono sbagliati e il taglio estivo di posti letto si sta riflettendo in modo negativo sui pazienti e sul personale». Dal 2 giugno scorso in tutta la provincia è scattato il piano di riduzione stagionale dei posti letto. Una scelta praticamente obbligata - così è stata sempre presentata dai vertici delle aziende sanitarie - per consentire al personale di smaltire le ferie estive (diritto contrattualmente garantito). Quest’anno, come ha ribadito di recente anche il direttore dell’azienda ospedaliera, Gabriele Rinaldi, il soddisfacimento di questo obiettivo ha dovuto scontare la scarsità di risorse finanziarie destinate alla voce personale, che non ha consentito di stabilizzare il dato delle presenze in servizio sui valori dell’anno scorso.

Così per il S. Anna il taglio estivo dei posti letto ha raggiunto quota 77 unità con accorpamenti e chiusure che hanno interessato diversi reparti e dipartimenti. Anche l’Asl sta fronteggiando una situazione simile in provincia, con la chiusura stagionale di una cinquantina di posti. Il sindacato medico Anaao-S. Anna aveva lanciato l’allarme lo scorso maggio, alla vigilia dell’entrata in vigore del piano dei tagli operativo fino al 3 ottobre 2014, definendo la programmazione «una scelta azzardata».

«Dai dati di cui siamo in possesso risulta piuttosto chiaro - ribadisce oggi il segretario dell’Anaao S. Anna, Lucio Trevisani - che nell’ospedale si è creata una situazione di sofferenza del servizio che non coinvolge tutti i reparti e dipartimenti ma una parte importante di essi».

Un’eccedenza di ricoveri, rispetto ai posti letto previsti, si nota quasi tutti i giorni in alcune unità operative dove è ricorrente l’uso dei cosiddetti letti-tampone, posti aggiuntivi ricavati in stanze non utilizzate del medesimo reparto o messi a disposizione da altri reparti. Trevisani, a questo proposito, osserva che «l’utilizzo di letti di un altro reparto certamente non agevola il lavoro dei medici, che si devono spostare in reparti destinati ad altre tipologie di pazienti per seguire una parte della degenza».

Dal 7 al 16 giugno «l’esigenza di informare la direzione medica sull’attivazione di letti-tampone è stata registrata 8 volte nelle Medicine», precisa il sindacalista. In Neurochirurgia, che è stata accorpata con la Neurologia, i ricoveri in eccedenza si sono ripetuti 6 giorni su 10 e in altri 4 giorni non c’erano comunque posti disponibili. Come si fa - chiede Trevisani - a programmare gli interventi chirurgici «se durante la settimana non ci sono posti letto disponibili o addirittura si è andati in ‘overbooking’?».

Anche in rianimazione e terapia intensiva «per 4 giorni su 10 i ricoveri hanno superato i posti letto in dotazione al reparto. E una situazione ancora peggiore si è avuta (per 9 giorni su 10) in Chirurgia d’urgenza».

È chiaro, conclude Trevisani, «che la carenza di posti letto viene così ad interferire con l’attività sanitaria programmata. Si allungano i tempi per alcune tipologie di interventi come calcolosi, ernie e patologie proctologiche, mentre altre operazioni più importanti potrebbero essere rinviate per il ‘troppo pieno’ registrato in Terapia intensiva, il reparto d’emergenza dove questa tipologia di pazienti viene assistita dopo un intervento di particolare rilievo. Per questo motivo diciamo che l’azienda sanitaria ha sbagliato i conti».(gi.ca.)