Folman e il cinema del futuro che ti compra il corpo e l’anima
The Congress. Un film di Ari Folman. Con Robin Wright, Harvey Keitel, Sami Gayle, Kodi Smit-McPhee, Danny Huston. Fantascienza, durata 122 minuti - Usa, 2013. di GIAN PIETRO ZERBINI
È la parte del futuro che più ci spaventa. È l’idea sempre più ricorrente che la tecnologia e le invenzioni di ultima generazioni possano renderci schiavi invece di agevolarci la vita. Il regista Ari Folman, autore del capolavoro “Viaggio con Bashir”, propone un’altra metafora sulla vita, alternando per buona parte del film anche sequenze di animazione. È incredibile come un racconto di fantascienza scritto negli anni Settanta in Polonia da Stanislaw Lem (autore anche di Solaris) rispecchi bene le ansie di quarant’anni dopo. All’origine era una critica al comunismo che dominava le esistenze altrui (Il premio Oscar “Le vite degli altri” è emblematico), in questo “The Congress” a imprigionare le persone ci sono le grandi major del cinema, che comprano il corpo e l’anima degli attori. Questi vengono scansionati e riprodotti in digitale per ogni ruolo che la produzione decide. Una spirale perversa che porterà negli anni alla rovina. Un’altra forma di dittatura orwelliana, dove troviamo spunti del mito del Faust e un omaggio al Dottor Stranamore. Splendida protagonista è Robin Wright che interpreta se stessa. Un’attrice non più giovanissima che cerca di rilanciare la sua carriera ma è poi costretta alla fine, tra vicissitudini familiari, a firmare un contratto devastante. Folman è un visionario che regala emozioni visive, in un futuro fatto di immaginazioni tanto da sembrare un cartoon.