«Il Castello non sarà un altro museo»
L’assessore Maisto chiude a Palio o altre ipotesi, a febbraio test Boldini per le potenzialità espositive. Tentazione-Venaria
Renzi è allergico ai rinvii ma la prassi governativa consolidata non permette di escluderli per nessun ambito operativo. Non è quindi il caso di scommettere sul fatto che il 7 luglio, in sede di conferenza Stato-Regioni, si riuscirà davvero a definire l’annosa questione della ripartizione delle competenze sottratte alle Province. A Ferrara però sono parecchi a sperarlo, se non altro perché questo è passaggio chiave per la soluzione del nodo più aggrovigliato lasciato dalla trasformazione delle Province in enti di secondo livello: la proprietà e la gestione del Castello Estense. L’edificio simbolo della città, infatti, non può certo essere trattato come un immobile qualsiasi, da mettere sul mercato per poter almeno iscrivere somme nei bilanci pubblici (32 milioni il valore a fini assicurativi), ma nemmeno restare com’è oggi. Il personale che ci lavora, infatti, non potrà rimanere in carico all’ente, se, come sembra scontato, il 7 luglio sarà sancita la sottrazione delle competenze in tema di cultura e turismo. Qual è lo scenario più gettonato? La Provincia resta formalmente proprietaria del bene, ma lo “gira” in gestione al Comune, che lo integra quindi nel sistema dei musei comunali, come già succede nella sostanza con la Curia per il Museo della Cattedrale. Anche in uno scenario di questo tipo, tuttavia, resta aperta la questione dell’utilizzo di un contenitore così prestigioso e pure ingombrante, passato solo qualche anno fa per un’operazione di restyling che ha, tra l’altro, recuperato gli ex camerini ducali ad una funzione espositiva, a suon di centinaia di migliaia di euro.
L’unica certezza, in merito, la esprime il vicesindaco Massimo Maisto: «Non intendiamo aprire un nuovo museo, che sia del Palio, della città o del territorio. L’unica eccezione potrebbe essere il Museo della bicicletta, Ferrara non ha bisogno d’altro». Il Castello, nella visione del Comune, una sua funzione ce l’ha già, almeno per i prossimi due-tre annni: «La mostra delle opere di Boldini e De Pisis di Palazzo Massari, che sarà gestita da Ferrara Arte, a partire da febbraio-marzo prossimo, ha un’importanza in se e anche come verifica delle potenzialità espositive degli spazi. È importante - sottolinea Maisto - la collaborazione instaurata con gli amministratori della Provincia». Stuzzica il modello Venaria, a Torino, che contiene un percorso virtuale, con tanto di ologrammi, tra le epoche storiche di cui la Reggia è stata protagonista.
Stefano Ciervo
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