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Partito l’esame di maturità per tanti ferraresi

Partito l’esame di maturità per tanti ferraresi

Le prime reazioni: «Le insidie della tecnologia che ci divide dal nostro corpo»

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Il dono e la tecnologia pervasiva. Sono gli argomenti preferiti dai maturandi incontrati ieri mattina dalla Nuova appena consegnata la prima prova scritta: in maggioranza hanno puntato sulla stesura di un saggio breve o di un articolo di giornale su uno di questi argomenti. Qualche interesse hanno riscosso anche il saggio e l’articolo sulle nuove responsabilità, l’analisi di un testo letterario (‘Ride la gazza, nera sugli aranci’ di Salvatore Quasimodo) e il tema di argomento storico ‘L’Europa del 1914 e l’Europa del 2014: quali le differenze?’. Ignorati invece – ma parliamo sempre dei ragazzi intervistati dalla Nuova – il tema di ordine generale (bisognava prendere spunto da uno scritto di Renzo Piano sulle periferie) e il saggio di argomento storico su violenza e non violenza nel Novecento.

Francesco Bertasi è stato uno dei primi a uscire dall’Ariosto. «Ho scelto di scrivere l’articolo sul dono, argomento affrontabile e piacevole». Oggi tocca a greco; dopo l’estate avrebbe voluto iscriversi a Medicina ma il test di ingresso non è andato. E allora cosa farai? «Boh» risponde con sincerità. Stessa tipologia per Edoardo Alessio, diverso però l’argomento. «Ne ho scritto uno sulle nuove responsabilità, criticando la nostra società troppo concentrata sul lavoro. Ci ha sorpreso che l’analisi del testo proponesse una poesia di Quasimodo – aggiunge –: ci attendevamo qualcosa di Pirandello». È sicuro di iscriversi ad Antropologia, «perché in un periodo come questo è meglio seguire le proprie passioni».

Autrice di un saggio sulla tecnologia pervasiva è Martina Ferrari, altra studentessa dell’Ariosto: ha puntato su un argomento «che riguarda i giovani, presi da smartphone e social network». Dopo un primo triennio di Psicologia vorrebbe proseguire con Criminologia. Stesso argomento per Marcello Pasqualini («la tecnologia sta dividendo l’uomo dal suo corpo, fino a perderne il controllo» ha sostenuto) che ha invece già passato il test d’ingresso a Medicina. Eleonora Tedesco non l’ha sostenuto e per questo si è immatricolata a Biologia, tenendosi aperta la possibilità di cambiare corso dopo un anno. Ieri ha scelto l’analisi del testo: «anche se non ho mai studiato Quasimodo in vita mia – ha ammesso –, l’ho trovata la traccia più fattibile, considerando che non ho nemmeno mai scritto un saggio». Saggio sul dono per Marcello Pedini, che ha scelto di affrontare il tema «dal punto di vista letterario e filosofico», notando che, comunque, «sei ore a disposizione sono troppe». Nelle sue aspirazioni c’è la Scuola Normale Superiore di Pisa.

A poche centinaia di metri Soemi Piccinini è stata la prima a uscire dal Roiti. Saggio breve sul dono pure per lei: «l’analisi del testo di Quasimodo mi ha spiazzato, la traccia del tema di argomento storico non l’ho neanche letta e in quello di ordine generale sulle parole di Piano non avrei saputo cosa scrivere» dice per motivare la scelta.

Oggi allo scientifico c’è la prova di Matematica, «e quella la vivo veramente male». In estate tenterà l’ammissione a Lingue orientali a Venezia, «una passione che nutro dai tempi delle medie». Stessa scelta universitaria per Giacomo Iazzetta, a sua volta spaventato da Matematica. Lui però ieri ha scelto proprio il tema di argomento storico, «che mi aspettavo, nel centenario della Prima guerra mondiale».

Lucrezia Bosi e Irene Montanari hanno puntato sul saggio sulle nuove responsabilità: la prima l’ha scelto perché «era il più affrontabile», la seconda «perché Quasimodo non ci è stato spiegato, in Storia non sono ferrata e la tecnologia non è il mio campo». La prova di oggi di Matematica non le spaventa.

Gabriele Rasconi