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Bpvi persa Etruria si concentra su Carife

Bpvi persa Etruria si concentra su Carife

Zonin, presidente della banca veneta: Ferrara e Marostica sono istituti interessanti per il nostro piano di espansione

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Il titolo della Banca popolare dell’Etruria è crollato (-12,7%) dopo la rinuncia di Popvicenza a rilanciare l’offerta di acquisto sull’istituto di credito toscano. Fosse quotata anche la Carife, probabilmente avremmo un effetto inverso sul valore del titolo, visto che il giorno dopo l’abbandono dell’operazione Etruria, i vicentini hanno invece confermato l’intenzione di focalizzare interesse e risorse su Ferrara. «Il capitolo Etruria è chiuso: ora ci concentriamo sui dossier Cassa di Risparmio di Ferrara e Banca popolare di Marostica, istituti interessanti per il nostro piano di espansione» è la dichiarazione attribuita da Mf al presidente Bpvi, Gianni Zonin. I vicentini hanno risparmiato, loro malgrado, 220 milioni sull’operazione toscana, ma sarebbe semplicistico concludere che li potranno spendere tutti, o in parte, per rendere robusta la futura offerta per Carife. Anzitutto perché l’altra possibile preda, Marostica, è appetita anche da Volksbank di Bolzano, un pericolo potenziale per il mercato interno della banca vicentina: potrebbero servire più su questo versante, i soldi risparmiati, visto tra l’altro che al momento su Ferrara la Bpvi gioca in solitaria. C’è poi da ricordare che i vicentini puntano comunque a raggiungere i 1.000 sportelli e Carife-Marostica, eventualmente, non basterebbero, quindi la caccia continuerà.

C’è un altro intreccio ferrarerese della vicenda Etruria: i toscani dovranno trovarsi un altro partner, e i rumors ora portano in Emilia, sponda Bper, proprio l’istituto al quale più d’uno, in città, punta per presentare un “fidanzato” alternativo alla Cassa. Il gioco di fa duro su tutti i fronti, quindi, e se il dibattito di questi giorni non produrrà in tempi non biblici qualche elemento concreto, in autunno Vicenza potrà lanciare l’affondo finale alle sue condizioni. La trattativa con l’istituto di Arezzo, tra l’altro, sarebbe naufragata anche per la richiesta toscana di mantenere l’identità della banca, mentre Popvicenza avrebbe garantito la sopravvivenza del marchio solo per un anno. Un po’ lo stesso film già proiettato a Prato, con la fusione di CariPrato, che ha prodotto spine su fronti collaterali come il trasloco a Vicenza della quadreria toscana: le opere sarebbero state prima offerte a valore di libro alla Fondazione toscana, e comunque il numero di visitatori è moltiplicato per cento, da quando i quadri sono in Veneto. (s.c.)

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