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Istituto-lager, arrestata anche un’operatrice ferrarese

Istituto-lager, arrestata anche un’operatrice ferrarese

Blitz a Ficarolo con video e registrazioni dei maltrattamenti sui pazienti. Candida Visentini, 47 anni, tra i dieci arrestati

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C’è anche un’infermiera ferrarese di 47 anni, Candida Visentini, tra gli arrestati del maxi blitz per maltrattamenti agli ospiti della casa di riposo di Ficarolo, che sta facendo emergere particolari da brividi. «Chissà che ti venga un tumore alla gola così non ti sentiamo più». È l’augurio che un medico degli Istituti Polesani struttura per disabili psichici e fisici ha rivolto a un paziente cieco che si era lamentato con i parenti per i continui maltrattamenti subìti. Quella del medico, arrestato oggi assieme ad altre sette donne e due uomini, operatori sanitari dell'Istituto, era quasi una carezza se confrontata alle sberle, alle botte in testa e al viso con scarpe da ginnastica, alle spinte, alle umiliazioni anche sessuali che venivano riservate ai pazienti della casa-lager, quasi tutti non autosufficienti. L'indagine di Carabinieri del Nas e Polizia aveva preso il via proprio dalla denuncia presentata lo scorso anno da alcuni parenti delle vittime, che avevano notato lividi ed ecchimosi sul corpo dei loro familiari ospiti della struttura. I successivi accertamenti hanno fatto emergere, già con primi elementi acquisiti, una situazione estremamente preoccupante. I sospetti hanno preso forma e realtà, lasciando senza parole gli stessi investigatori davanti ai filmati inequivocabili dei maltrattamenti, divenuti consuetudine quotidiana nell'istituto di Ficarolo.

«Insulso», «stupido», «ignorante», «tua sorella ti ha rispedito qui dentro» erano le colonne sonore, registrate dalle intercettazioni ambientali che accompagnano soprusi di vario genere. Dall'infilare 'ironicamente’ le scarpe a chi era costretto a letto, alle tirate di capelli per 'aiutare’ chi dal letto doveva scendere; dal cambio di pannoloni in pubblico, davanti a degenti di sesso opposto, al paziente lasciato nudo sulla sedia a rotelle, costretto ad infilarsi in bocca una maglietta. Un elenco minuzioso di torture contenuto nelle 50 pagine di ordinanza del gip Carlo Negri. Una realtà di violenza e brutalità davanti alla quale c'era anche chi, e per questo è indagato, si voltava dall'altra parte. La direzione degli Istituti Polesani si è detta all'oscuro dei fatti avvenuti dentro al struttura, esprimendo «stupore e sgomento» per gli arresti. Alle richieste dei familiari delle vittime di avere chiarimenti circa le lesioni riscontrate ai propri cari, il personale dell'Istituto si giustificava, ogni volta, sostenendo che i pazienti si erano infortunati a causa delle precarie condizioni fisiche, derivanti da problematiche motorie o da malattie psichiatriche. Nell'ordinanza il gip sottolinea la gravità dell'operato del medico a carico del quale «emerge il gravissimo episodio della perdita della vista da un occhio di una signora in occasione della quale fece ai figli della paziente dichiarazioni fuorvianti, tese a minimizzare oltre al limite del verosimile l'accaduto e le cause».

Gli arresti sono stati eseguiti della squadra mobile della questura di Rovigo, guidata dal vicequestore aggiunto Bruno Zito. In carcere sono finiti: Candida Visentini, 47 anni, di Ferrara; Lisa Simonetti, 32 anni, di Badia Polesine; Lorena Cannizzaro, 25 anni, di Messina; Elena Chieregato, 34 anni, di Lendinara; Marisa Visentin, 55 anni, di Megliadino San Vitale; Orazio Triberio Muriana, 30 anni, di Modica; Monica Soriani, 47 anni, di Trecenta; Daria Furini, 36 anni, di Trecenta; Gianni Balzan, 41 anni, di Trecenta; Tiziano Gaio, 62 anni, di Ficarolo. Per altre cinque persone, indagate nel procedimento, non sono invece state emesse misure. Tutti sono chiamati in causa perchè, nella loro qualità di medici, infermieri o operatori sanitari, avrebbero maltrattato ospiti della struttura.