QUI GLI EVENTI DEI DIAMANTI
Leggo l’importante proposta che il professor Ranieri Varese a nome della Deputazione di Storia Patria avanza sulla sorte e le funzioni del Castello una volta esaurita la sua specifica funzione di...
Leggo l’importante proposta che il professor Ranieri Varese a nome della Deputazione di Storia Patria avanza sulla sorte e le funzioni del Castello una volta esaurita la sua specifica funzione di sede della Provincia. Già da tempo l’Associazione Anici dei Musei che qui rappresento aveva proposto di continuare quel dialogo con le altre associazioni culturali e con le istituzioni museali e politiche che avevano dato un primo frutto con il convegno Musei a Ferrara.
Problemi e prospettive del 2011 e che si auspicava potesse continuare senza però ottenere significativi risultati.
Ben venga dunque la proposta della Deputazione sul destino e il ruolo del Castello “liberato”. E il primo consenso a questa proposta viene per la continuazione della manutenzione dell’edificio e prevenzione dei danni provocati dal tempo e dalle calamità naturali come il terremoto affidate all’interno stesso della gestione che si vuole naturalmente pubblica. Affidarla a elementi esterni non so quanto possa essere condivisibile.
Così pure l’idea del monumento che rappresenta se stesso non basta a renderlo proficuamente attivo in quel sistema di musealità diffusa che sta così a cure alla istituzione comunale che probabilmente erediterà la gestione del Castello. Quanto alle proposte avanzate da molte parti di insediare un ulteriore museo all’interno dell’edificio mi pare altamente sconsigliabile.
E per l’oggetto stesso della qualità museale proposta e perché come asserisce sul vostro giornale l’assessore alla cultura non si sente la necessità di ulteriori musei se prima non si risolve il grave problema della collocazione di importantissime raccolte museali, gloria della nostra città, ora non visibili per i danni provocati alle loro sedi dal terremoto.
Ben vengano dunque le esposizioni a rotazione delle raccolte della pittura dell’Ottocento, di de Pisis, di Boldini che qui troverebbero sede prestigiosa e procurerebbero un incentivo alla visita del Castello senza snaturarne la caratteristica del monumento più prestigioso ( passatemi l’abusato aggettivo!) della città.
Ma il punto di forza che personalmente e a nome degli Amici dei Musei avevo da molto tempo proposto consterebbe nel trasferimento delle mostre di Palazzo dei Diamanti proprio nelle stanze del Castello. Si sanerebbe così la precarietà della situazione espositiva dei Diamanti sottoposta a quel fastidioso passaggio esterno tra i due blocchi di sale.
E a un possibile rimedio della situazione presente immagino occorrerà tempo pressati come siamo del restauro dei danni del terremoto. Si aprirebbe in tal modo lo spazio all’ampliamento della Pinacoteca Nazionale che pur essendo tra le più belle d’Italia soffre di una sottovalutazione probabilmente anche indotta dal fatto che le folle che vanno alle mostre non sentono la necessità di salire al piano superiore. Giusto ridimensionare quegli appelli a “salviamo il Castello” che non hanno ragione d’essere. Meno comprensibile mi pare il punto della “esposizione di raccolte private”. Cosa s’intende per raccolta privata?
Quella che non ottiene l’approvazione dell’ente proprietario della gestione del Castello? Ovviamente in questo caso mai. Ma se si trattasse di mostre che riguardassero opere o oggetti appartenenti a enti privati come le ceramiche graffite della collezione della Carife?
O di qualche altra iniziativa come la splendida mostra curata il Castello dallo stesso Varese sulla pittura di Vallieri?
È un punto assai delicato che andrebbe sviluppato.
E per finire non si commettano più in nome della moda e degli archistar interventi che hanno spezzato il giusto impatto che la storia deve avere sul monumento quando furono- a mio parere- così platealmente manomessi alcuni aspetti del Castello quali la Sala dei Comuni e quella degli Emblemi
* presidente Amici dei Musei
e Monumenti ferraresi