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Un film sulla storia di Said Morto abbandonato da tutti

Un film sulla storia di Said Morto abbandonato da tutti

Si chiama “Carta bianca”: il regista Maldonado si è ispirato alla sua tragedia Fu la denuncia della Nuova a far diventare il caso uno scandalo nazionale

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La tragedia di Said Belamel, il giovane marocchino morto di freddo il 14 febbraio 2010, diventerà un film. Alla sua storia infatti si è ispirato il regista Andres Arce Maldonado per la sua opera seconda, “Carta bianca”, in uscita il 26 giugno con Distribuzione Indipendente. Said morì abbandonato da tutti dopo essere uscito ubriaco da una discoteca. Davanti al locale nessuno chiamò un’ambulanza, e il giovane dopo essersi allontanato finì nelle acque gelide di un canale e si trascinò per ore in agonia, mentre molte auto passavano indifferenti. Mi sono ispirato a questa storia «per parlare della paura dell'altro e di noi stessi», spiega lo sceneggiatore Andrea Zauli. A scuotere l’opinione pubblica ferrarese fu invece il necrologio che comparve sulla prima pagina del quotidiano la Nuova Ferrara: c'era la foto a tutta pagina, Said Belamel, 1985-2010. Morì la notte di San Valentino nell'indifferenza di tanti perchè, ubriaco e senza controllo, cadde in un canale con l'acqua ghiacciata, si denudò dei vestiti bagnati e cercò di fermare le auto che passavano: nessuna si fermò. Lo trovarono agonizzante e ormai in fin di vita, per assideramento. L'appello del giornale lanciato dal direttore di allora, Paolo Boldrini (oggi alla direzione de La Gazzetta di Mantova) scosse tutti e tutto: a quelle parole sulla «Ferrara sazia e disperata», sui perché la città non doveva dimenticare, risposero il sindaco Tiziano Tagliani chiedendosi «Se questo è un uomo» e il vescovo Paolo Rabitti che strigliò la città: «Così muore la pietà, Ferrara svegliati e apri gli occhi». Fu quel necrologio a far rimbalzare in tutta Italia la storia di Sahid, sui giornali e le tv, tanto che quotidiano e direttore vennero premiati dall'Università di Messina con il'Pro Bono Veritatis', promosso dal movimento Nuova Presenza Giorgio La Pira e centro studi Rosario Livatino per aver denunciato l'indifferenza in cui si è consumata la morte di Said Belamel. Paolo Boldrini ricorda quei giorni e in particolare il necrologio in prima pagina, pubblicato il 20 febbraio, che «ha scosso l'opinione pubblica e richiamato l'attenzione delle televisioni e di giornali nazionale: da allora, un morto di serie B era diventato uno scandalo italiano». Per la morte di Sahid è tuttora in corso il processo in tribunale 4 gli imputati per omissione di soccorso, due addetti della discoteca, un tassista e un amico del ragazzo. Dopo rinvii e stop per cambio di giudici, il processo riprende il 28 ottobre prossimo.