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Botte e insulti ai pazienti Dieci finiscono in manette

Botte e insulti ai pazienti Dieci finiscono in manette

Maltrattati e umimilati i degenti degli Istituti Polesani di Ficarolo (Rovigo) Nei guai nove operatori socio sanitari, tra cui una ferrarese, e un medico

21 giugno 2014
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Il “mocio” per le pulizie sbattuto in faccia, come la bambola di pezza, usata per colpire l’anziana ospite sul volto. E poi gli schiaffi, il calcio assestato a freddo, lo sberlone rifilato perchè l’anziana non aveva trattenuto la pipì. Il bastone o le scarpe usate per colpire ripetutamente la stessa persona. L’elenco potrebbe continuare a lungo e riguarda un’operatrice socio-sanitaria nata a Ferrara ma residente a Fiesso Umbertiano (Ro), Candida Visentini, arrestata ieri assieme ad altri nove dipendenti degli Istituti Polesani di Ficarolo (Ro), struttura convenzionata col Servizio sanitario nazionale che ospita degenti con disagi psichici. Quelle scene, come altre finite al centro dell’inchiesta della Squadra mobile di Rovigo guidata dal vicequestore Bruno Zito sono state filmate da telecamere. In tutto si tratta di oltre 130 episodi documentati. Oltre ai filmati, testimonianze e denunce.

L’ordinanza per gli arresti è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari: nove gli operatori socio sanitari finiti in manette, e un medico. I fatti vanno dal dicembre 2012 a tutt’oggi e sono contestati in concorso. Si va dalle percosse - secondo l'accusa inferte con calci e pugni, ma anche con vassoi, scarpe, zoccoli e il ‘mocio’ - a violenze non fisiche, ma psichiche. Insulti, come "stupido", "ignorante", "insulso", frasi come "tua sorella ti ha rispedito qui dentro"; contestate anche modalità di cambiare pannoloni e le docce ‘ umilianti’, dal momento che gli ospiti vedevano l'uno le nudità dell'altro. I degenti poi venivano spostati, alzati, tenuti fermi abbrancandoli per i capelli. Venivano buttati sul letto o sulle sedie a rotelle «come sacchi della spazzatura». Il tutto tra l'ilarità degli operatori. Ed è proprio contro questa sconcertante perdita di valori umani che il giudice per le indagini preliminari punta il dito. «L'inqualificabile comportamento degli odierni indagati - scrive nell'ordinanza - appare infatti incompatibile con i pilastri primitivi e fondamentali del riconoscimento reciproco tra cittadini e, prima ancora, di appartenenti al medesimo genere umano, fondamento stesso del vivere comune». Non solo: secondo gli inquirenti emerge la vigliacca attitudine a colpire i soggetti più deboli, che più difficilmente avrebbero potuto parlare. Il giudice parla della «perversa previsione che proprio costoro (deboli, fragili, mentalmente confusi se non addirittura assenti) avrebbero con maggiore difficoltà saputo concettualizzare, esprimere, manifestare all'esterno quanto di grave stava capitando». Per quanto riguarda la posizione del medico, avrebbe inventato spiegazioni - spesso inverosimili - per spiegare ai parenti dei degenti le lesioni che questi riportavano. In una occasione, a un ospite che si lamentava, avrebbe detto: «Chissà che ti venga un tumore alla gola così non ti sentiamo più».

Gli arrestati sono: Candida Visentini, 47 anni, nata a Ferrara e residente a Fiesso; Lisa Simonetti, 32 anni, nata Badia Polesine residente a Ficarolo; Lorena Cannizzaro, 25 anni, nata a Messina residente a Ficarolo; Elena Chieregato, 34 anni, nata Lendinara residente a Ficarolo; Marisa Visentin, 55 anni, nata a Megliadino San Vitale residente a Ficarolo; Orazio Triberio Muriana, 30 anni, nato a Modica residente a Ficarolo; Monica Soriani, 47 anni, nata a Trecenta residente a Ficarolo; Daria Furini, 36 anni, di Trecenta; Gianni Balzan, 41 anni, nato a Trecenta residente a Ficarolo; Tiziano Gaio, 62 anni, di Ficarolo. Quest'ultimo è il medico. Sono invece indagate ma senza misure a carico altre cinque persone: per loro il giudice ha o contestualizzato i fatti in maniera differente o non ha ritenuta certa l'identificazione. L'indagine non è finita qui: sono via di identificazione nuove vittime e nuovi tormentatori.