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«Questo lo considero un processo politico»

«Questo lo considero un processo politico»

Comacchio, Iginio Ferroni spara a zero dopo la sentenza di condanna Per l’ex consigliere la magistratura ha voluto lanciare chiari segnali

21 giugno 2014
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COMACCHIO. «Quello che ho subito lo considero un processo politico. Assolvendo i tecnici la magistratura ha inteso lanciare un segnale alla politica». Come sempre Iginio Ferroni, ex consigliere comunale di opposizione condannato ad un anno e sei mesi, pena sospesa, per istigazione alla corruzione, parla senza peli sulla lingua all’indomani del processo celebrato a Ferrara per lo scambio di favori e interessi legati alla costruzione di un centro per il bricolage nei pressi del bivio della Collinara e alla promozione del progetto del porto turistico al Lido degli Estensi. Oltre a Ferrobi sono stati condannati tre ex assessori. I giudici del tribunale di Ferrara hanno infatti ritenuto responsabili di corruzione e istigazione alla corruzione gli ex assessori Fabrizio Felletti (Sport), Eugenio Gramolelli (Attività produttive) e Berto Cavallari (Urbanistica), tutti condannati a 2 anni e 6 mesi per la vicenda del capannone bricolage. Lo stesso capo di imputazione era condiviso dall'ex dirigente all'Urbanistica Manlio Carli, che è stato invece assolto per non aver commesso il fatto. «Mi sarei aspettato di non essere coinvolto in questa vicenda. Per tanti anni mi sono battuto in consiglio comunale portando allo scoperto tante questioni. Dovevo aspettarmi che qualcuno mi presentasse un conto da pagare. In questo processo vi sono state alcune anomalie - prosegue Ferroni - «E’ vero ho avuto un colloquio con l’imprenditore Fiero Gandolfi al Logonovo - afferma Ferroni - ma non ho mai chiesto un solo euro. Avevo solo detto che avrei appoggiato il progetto in consiglio comunale. Perchè allora chiamare Gandolfi durante la fase processuale e non durante l’incontro avuto con il Gip Piera Tassoni in fase preliminare?. Mi sarei aspettato un’assoluzione piena in quanto non sarei nemmeno dovuto apparire davanti al giudice. A mio avviso ho sospetti che questo sia un processo che puzza di bruciato. Aspetto di conoscere le motivazioni della sentenza che saranno rese note entro novanta giorni ma voglio ritrovare la mia dignità che qualcuno ha tentato di portarmi via». I giudici (presidente Luca Marini, a latere Testoni e Attinà) evidentemente hanno ritenuto che il rapporto corruttivo con l'imprenditore Luciano Vazzoler della società Tresor (che ha già patteggiato una pena di 1 anno e 8 mesi) fosse frutto di un accordo con gli esponenti politici da cui il funzionario era totalmente estraneo. In particolare, attraverso la mediazione dell'ingegner Sergio Marinelli (uomo di fiducia sia del Comune che della Tresor), Vazzoler avrebbe versato una tangente di 30mila euro per ottenere il via libera alla costruzione del centro per il bricolage, mascherando la mazzetta da sponsorizzazioni per la squadra del Comacchio Calcio. Il pm Nicola Proto aveva chiesto per questo capo di imputazione condanne tra 2 anni e 9 mesi e due anni.