Strage del ponte 12 milioni di euro investiti in sicurezza
Incidente a Massenzatica, dopo l’interrogatorio in procura parla la presidente della Provincia: «sono molto serena»
MASSENZATICA. Di fronte alla magistratura si è difesa con gli atti e le carte, ma è al “tribunale” dell’opinione pubblica che Marcella Zappaterra, presidente della Provincia ormai in via di dismissione, ha inteso rispondere convocando una conferenza stampa all’indomani dell’interrogatorio in procura sulla tragedia di Massenzatica. Zappaterra è indagata insieme ad altre sei persone (tra amministratori e tecnici del Castello e del Comune di Mesola) per la morte di quattro ragazzi avvenuta il 18 marzo, quando la loro auto sfondò il parapetto e finì nel canale sottostante. Giovedì mattina si è sottoposta, su sua richiesta, alle domande dell’ufficiale di polizia giudiziaria incaricato dal pm Proto. «Siamo soddisfatti dell’esito dell’interrogatorio», spiega in collegamento Skype dalla Corte di Appello di Bologna il suo difensore, l’avvocato Fabio Anselmo. E se l’inchiesta ruota anche sulla questione della competenza del ponte («noi siamo convinti che appartenga al Comune di Mesola, come la procura può verificare», chiosa Anselmo), la difesa va oltre gli aspetti giuridici e tocca invece quelli politici: «Quello che chiedo è di tener conto del contesto in cui la Provincia ha lavorato negli ultimi anni, un ente in dismissione con importanti tagli alle risorse - sottolinea Zappaterra - Nonostante questo, abbiamo fatto investimenti per la sicurezza stradale pari a 12 milioni, dovendo gestire una rete viaria di 900 km, molti ereditati da altri enti, come Ersa o Anas, senza risorse per la manutenzione. Strade spesso fiancheggiate da canali o alberi, con condizioni paesaggistiche che non possono essere sottovalutate e rendono difficile il mantenimento di standard ideali. Ho grandissimo rispetto per i ragazzi morti e il dolore delle loro famiglie, ma mi sento di dire che alla luce del contesto in cui siamo stati costretti a lavorare, fatico a riconoscermi negli addebiti contestati. Chi parla di inadempienze o malgoverno fa un discorso fuori contesto. Senza dimenticare che il ruolo del presidente della Provincia è di indirizzo politico».
Il suo legale è ancora più esplicito: «Non è possibile pensare che 900 chilometri di strade possano diventare un circuito automobilistico con spazi di fuga e zone di sicurezza. Pensiamo ai Comuni montani: quante sono le strade con guard rail? Non è possibile garantire la sicurezza dell’intera rete viaria anche a dispetto delle violazioni del codice della strada, e questo naturalmente senza riferimenti al caso specifico. Ma certe polemiche appaiono strumentali. In ogni caso siamo molto sereni perché abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura».
Alessandra Mura